Questo è un fenomeno noto ai medici e ai loro pazienti affetti da ipertensione: alcuni farmaci antipertensivi distruggono nel tempo la capacità dei reni di filtrare e purificare adeguatamente il sangue. Tuttavia, il modo esatto in cui questi farmaci danneggiano i reni è rimasto sconosciuto.
Recentemente alcuni ricercatori americani hanno pubblicato uno studio che mette in luce il meccanismo alla base di questo fenomeno. Il loro lavoro è stato pubblicato sulla rivista Ricerca sulla circolazione (Fonte 1).
Il team riferisce di aver scoperto che alcuni farmaci antipertensivi (principalmente inibitori del sistema renina-angiotensina) riprogrammano in qualche modo i reni, in modo che svolgano qualcosa di diverso dal loro importante lavoro di filtraggio del sangue. I reni iniziano così a funzionare produrre più renina, un enzimale terminazioni nervose si sviluppano eccessivamente, le cellule che rivestono i vasi sanguigni dei reni diventano troppo grandi, si instaura un’infiammazione…”Incapace di purificare il sangue dalle sue impurità, il rene [est ainsi] trasformato in un “organo endocrino neuroimmune patologico””, deplorano i ricercatori.
Più specificamente, i ricercatori hanno osservato “UN stimolazione eccessiva delle cellule produttrici di renina nel rene”, che fa sì che le cellule ritornino a uno stato invasivo ed embrionale.
Una scoperta che aiuterà a trovare soluzioni
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