I video, diventati virali sui social network, pubblicizzano un “protocollo medico”. Comunemente chiamata “ago dimagrante”, si dice che questa iniezione ti aiuti a perdere peso velocemente. “Queste iniezioni sono in realtà nuove terapie.
Sono soprattutto ormoni, analoghi del GLP1. Dovete sapere che non esiste una sola iniezione, ma diverse iniezioni”, spiega innanzitutto la dott.ssa Tanina Hakem. Secondo lei, questi non sono trattamenti solo per perdere peso. “Fondamentalmente, gli analoghi del GLP1 fanno parte di una nuova generazione di farmaci antidiabetici che regolano i livelli di zucchero nel sangue.
Gli studi hanno dimostrato l’efficacia anche nella protezione cardiaca e nella mortalità generale e cardiovascolare», precisa. L’effetto dimagrante deriva quindi dall’aumento del senso di sazietà. “Dovresti sapere che questo trattamento è raccomandato per i diabetici di tipo 2 con obesità”, assicura lo specialista. Pertanto non è prescritto alle persone obese, ad eccezione del diabete. “Il suo utilizzo è stato quindi deviato”, avverte.
E come ogni abuso, c’è un rischio. “Come ogni trattamento, esistono effetti collaterali. Troviamo principalmente effetti digestivi, ovvero nausea, vomito o addirittura dolori addominali”, afferma il dott. Hakem. Inoltre lo specialista assicura che esiste anche un rischio maggiore con una possibile pancreatite acuta. “Queste iniezioni possono avere un effetto anche sulla tiroide con iperplasia cellulare”, spiega.
Per questo ritiene importante monitorare le persone con noduli tiroidei. “In ogni caso l’endocrinologo diabetologo conosce molto bene la patologia e questo tipo di farmaci. Solo lui potrà giudicare la necessità del trattamento, tenendo presente il rapporto rischi/benefici”, rassicura.
Inoltre, lo specialista spiega che la cura del diabete di tipo 2 si basa su tre regole sanitarie e alimentari essenziali, ovvero dieta, cure farmacologiche e attività fisica e quindi perdita di peso. “È vero che a volte non è così facile e non è così scontato. E gli analoghi del GLP1 avranno sempre il loro posto per questo tipo di pazienti, soprattutto in termini di protezione cardiovascolare», conclude.
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