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aggiornamento sulla termoterapia con l’ospedale Robert Schuman di Metz

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Prima di presentare questa nuova metodica ricordiamo che la prostata è una piccola ghiandola situata nella cavità pelvica maschile.

Relativamente poco sviluppata durante l’infanzia, la prostata raddoppia le sue dimensioni durante la pubertà per raggiungere le sue dimensioni finali durante la vita adulta. Tuttavia, la prostata finisce gradualmente per ipertrofizzarsi, generalmente dopo i 50 anni. È proprio in questo momento della vita che possono insorgere i primi problemi legati alla prostata…

L’iperplasia prostatica benigna (IPB) è quindi l’aumento delle dimensioni della prostata causato da una proliferazione (iperplasia) delle cellule della prostata. Tuttavia, l’IPB è una condizione non cancerosa (benigna).

Questo nuovo metodo consiste quindi nell’iniettare vapore acqueo in alcune zone specifiche della prostata mediante un ago speciale, sotto controllo visivo tramite telecamera. Ogni iniezione dura solo 10 secondi e la procedura, effettuata in anestesia generale, dura dai 10 ai 15 minuti. Il ricovero è in regime ambulatoriale, consentendo ai pazienti di tornare a casa lo stesso giorno. Dopo l’operazione, un catetere vescicale viene posizionato e rimosso a casa da un’infermiera tra tre e cinque giorni dopo l’operazione.

Gli effetti benefici del trattamento cominciano a manifestarsi a partire dalla seconda settimana successiva all’intervento, con risultati ottimali raggiunti dopo tre mesi. Questo trattamento aiuta ad alleviare i sintomi urinari senza richiedere farmaci a lungo termine, fornendo un’alternativa duratura ai trattamenti tradizionali.

Rispetto ad altri trattamenti chirurgici della prostata, questa tecnica riduce il rischio di eiaculazione retrograda, un effetto collaterale spesso legato a queste procedure. Con la procedura REZUM questo rischio è limitato al 12%.

Inoltre, il tasso di ritrattamento a cinque anni è relativamente basso, stimato al 15%, di cui solo il 4% richiede un ulteriore intervento chirurgico. Grazie a questa innovazione, l’Ospedale Robert Schuman è il primo ospedale della regione a offrire una soluzione che mira ad essere “sicura ed efficace per i pazienti affetti da IPB”.

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