Dobbiamo avere paura di contrarre l’influenza aviaria? Secondo gli esperti, il rilevamento del virus H5N1 in un adolescente della Columbia Britannica, se la sua infezione fosse confermata, sarebbe il primo in Canada e rimarrebbe, per il momento, un caso molto raro.
Il giovane è in cura presso l’ospedale pediatrico di Vancouver e le autorità stanno ancora cercando di capire come l’adolescente della Fraser Valley abbia contratto il virus.
Al momento non disponiamo di informazioni chiare sulle potenziali esposizioni. Ma è ovviamente molto importante capire quali sarebbero potute essere le potenziali esposizioni
ritiene Samira Mubaraka, scienziata clinica presso il Sunnybrook Health Sciences Centre dell’Università di Toronto.
Fortunatamente si tratta di un evento molto raro, anche se è già accaduto in passato. Questo particolare virus, cioè il virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità, non si trasmette in modo altrettanto efficiente tra gli esseri umani
ricorda l’esperto, che precisa però che l’attuale virus dell’influenza aviaria è un po’ diverso dai ceppi precedenti.
Sembra che circoli più abbondantemente soprattutto tra gli uccelli selvatici, ed è piuttosto diffuso tra il pollame e i mammiferi. Quindi è un po’ diverso da quello che abbiamo visto in passato.
Niente panico
Anche se il virus si è trasformato, non dobbiamo preoccuparci troppo, secondo il dottor Brian Conway, specialista in malattie infettive e direttore medico del Centro sanitario comunitario francofono Santé Ouest.
Penso che dobbiamo restare calmi, ma vigili
ritiene il medico, ricordando che, dalla fine degli anni ’90, si sono verificati circa 900 casi di influenza aviaria nei bovini negli Stati Uniti. Ma non c’è stata alcuna trasmissione da un essere umano all’altro, quindi siate vigili, ma senza lasciarvi prendere dal panico.
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Il dottor Brian Conway incoraggia le persone a vaccinarsi.
Foto: Radio-Canada / Camille Vernet
La cosa più importante, secondo lui, è che le persone vengano vaccinate contro altri ceppi di influenza. È importante vaccinarsi contro l’influenza umana perché ciò che potenzialmente temiamo è che l’individuo venga infettato dall’influenza umana, rimanga bloccato con l’influenza aviaria, che il virus si ricombini
spiega il dottor Conway.
E poi c’è un ovvio potenziale che possa infettare gli esseri umani, ma la ricombinazione virale accelererebbe il processo. Questo è ciò che temiamo.
Secondo lui la migliore protezione è vaccinarsi contro i microbi per i quali esiste un vaccino.
Le autorità attendono la conferma del sospetto caso di influenza aviaria da parte del Laboratorio nazionale di microbiologia di Winnipeg.
Con informazioni trasmesse La prima edizione et Faro ovest
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