L’ESSENZIALE
- L’esposizione agli inquinanti atmosferici durante i periodi critici dello sviluppo infantile può aumentare il rischio di autismo.
- Il nuovo studio mostra che gli inquinanti comuni, come le particelle fini e l’ossido di azoto, possono innescare complesse cascate biologiche che colpiscono il cervello.
- Per i ricercatori sono necessari ulteriori studi sul fenomeno.
La prevalenza globale del disturbo dello spettro autistico (ASD) è attualmente stimata tra l’1 e l’1,5% della popolazione. L’inquinamento atmosferico potrebbe svolgere un ruolo nello sviluppo di questo problema neurologico, secondo uno studio pubblicato il 12 novembre 2024 sulla rivista Medicina del cervello.
I ricercatori hanno infatti notato che l’esposizione in fase fetale o nella prima infanzia ai comuni inquinanti atmosferici – come le particelle fini e l’ossido di azoto – innesca complesse cascate biologiche che influenzano lo sviluppo del cervello. Ciò porterebbe ad un aumento del rischio di ASD.
Autismo e inquinamento atmosferico: maggiore vulnerabilità nelle prime fasi della vita
Analizzando gli studi condotti negli ultimi anni sull’impatto dell’inquinamento atmosferico sullo sviluppo del cervello, i ricercatori hanno dimostrato che inquinanti come le particelle fini e l’ossido di azoto (NO) sono fattori di rischio per l’autismo.
“I tempi di esposizione appaiono cruciali, con una maggiore vulnerabilità durante lo sviluppo prenatale e la prima infanzia, quando si verificano processi critici di sviluppo neurologico”spiega in un comunicato stampa il professor Haitham Amal dell’Università ebraica di Gerusalemme, autore principale dello studio.
“La ricerca suggerisce che le persone con una predisposizione genetica all’ASD potrebbero essere più vulnerabili agli effetti dannosi dell’esposizione all’inquinamento atmosferico”osserva la professoressa Amal. “Questa interazione tra fattori genetici e ambientali apre nuove prospettive per comprendere la complessa eziologia dell’ASD”aggiunge.
Particelle fini: individuati diversi effetti sull’organismo
Il team ha inoltre identificato diversi percorsi attraverso i quali l’inquinamento atmosferico potrebbe influenzare lo sviluppo dei disturbi dello spettro autistico nei bambini piccoli. Ha notato che gli inquinanti sono collegati all’infiammazione neuronale e allo stress ossidativo. Questi elementi sembrano anche promuovere l’interruzione dei sistemi neurotrasmettitori, modifiche epigenetiche, interferenze con il sistema endocrino e disregolazione delle vie metaboliche. L’esposizione all’ossido nitrico è associata anche ad un aumento dello stress nitrosativo, fenomeno legato a diversi problemi di salute.
“È particolarmente preoccupante che le particelle sottili, tra cui PM2,5 e prodotti contenenti NO, possano attraversare la placenta e influenzare lo sviluppo del cervello fetale. Questa scoperta solleva importanti interrogativi sulle misure protettive da adottare da parte delle donne incinte che vivono in aree altamente inquinate”sottolineano gli autori.
Per loro è fondamentale condurre studi approfonditi sugli effetti combinati di diversi inquinanti, in particolare durante la vita fetale o l’infanzia, per sviluppare strategie di prevenzione efficaci.
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