Ogni anno, circa 55.000 pazienti vengono ricoverati in Francia a causa di un'embolia polmonare.
Questa è caratterizzata dall'ostruzione di un'arteria polmonare o di uno dei suoi rami da parte di un coagulo di sangue.
Ma in realtà, quali sono i sintomi che possono rilevarlo?
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Secondo i dati di Public Health France, pubblicati a settembre 2019, l’embolia polmonare (PE) è responsabile del ricovero ospedaliero di quasi 55.000 pazienti e di 15.000 decessi ogni anno. L’EP sarebbe quindi la terza causa di morte più comune, dietro alle malattie cardiovascolari e ai tumori. Lo ricorda la Federazione francese di cardiologia (nuova finestra) sul suo sito web, questa condizione è causata da “migrazione di un coagulo sanguigno […] verso la circolazione arteriosa polmonare dove rimane intrappolato”. Molto spesso la flebite o trombosi venosa – formazione di un coagulo di sangue negli arti inferiori – è la causa di un'embolia polmonare.
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Quali sono i sintomi di un’embolia polmonare?
Poiché l’embolia polmonare richiede un trattamento di emergenza, è importante conoscerne i sintomi. Secondo la Federazione francese di cardiologia, la prima manifestazione di un'EP è il dolore al petto, spesso accompagnato da difficoltà respiratorie e sensazione di ansia. Per determinare se si tratta effettivamente di un'embolia polmonare si possono eseguire diversi test, tra cui un elettrocardiogramma o addirittura un'ecocardiografia, che consentono di visualizzare direttamente il coagulo in un ramo dell'arteria polmonare.
Più recentemente, anche l'angio-TC del torace ha dimostrato la sua efficacia nella diagnosi di EP ed è considerata anche l'esame di riferimento. Infine, se hai qualche dubbio, puoi anche eseguire una scansione di perfusione polmonare, per rilevare un'eventuale anomalia nella vascolarizzazione dei polmoni.
Come limitare i rischi di embolia polmonare?
Se non si hanno sintomi, è comunque possibile limitare il rischio di sviluppare tale condizione. Per evitare la formazione di coaguli nel sangue, è necessario in particolare evitare il consumo di tabacco, la permanenza prolungata a letto, il sovrappeso, l'assunzione di cure ormonali sostitutive per la menopausa o l'assunzione di contraccettivi ormonali in caso di fattori di rischio flebiti. Infine, è anche possibile prevenire la migrazione di un coagulo venoso in caso di flebite adottando due misure: assumendo una terapia anticoagulante oppure posizionando un filtro sulla vena cava a valle delle vene renali.
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