I ricercatori dell’Università di Stanford hanno compiuto un importante passo avanti, riuscendo a confezionare in semplici compresse orali composti che fino ad ora dovevano essere somministrati per via endovenosa.
Infusi in compresse
Idealmente, il droghe assunti per via orale devono essere idrosolubili, per dissolversi nello stomaco e raggiungere il circolo sanguigno, e liposolubili, per penetrare nelle cellule ed ivi esercitare la loro azione. Tuttavia, fino ad ora, combinare queste due caratteristiche è stata una sfida per alcuni composti.
A superarlo, gli autori del nuovo studio, pubblicato sulla rivista Comunicazioni sulla naturaha creato un “ etichetta molecolare », permettendo di modificare la solubilità della molecola a cui è attaccato. Quando il composto inizialmente solubile in acqua raggiunge la parete dello stomaco o dell’intestino, gli enzimi tagliano l’etichetta, rendendolo liposolubile e pronto ad agire.
Il team americano ha testato l’efficacia dell’approccio sui topi affetti dalla malattia cancro del pancreas, che hanno ricevuto piccole compresse di paclitaxel, un medicinale per chemioterapia iniettato per via endovenosa ed è da tempo utilizzato per trattare diverse forme della malattia (seno, polmone, prostata, ovaie, vescica, ecc.).
Nel complesso, a dosi equivalenti, il composto è risultato almeno altrettanto efficace in questa forma che quando somministrato per infusione, mentre non sono stati osservati segni di tossicità aggiuntiva.
L’approccio potrebbe essere esteso ad altri composti
Sebbene siano ovviamente necessarie ulteriori ricerche, l’approccio potrebbe essere esteso ad altri farmaci e semplificare la vita quotidiana di milioni di pazienti in un futuro relativamente prossimo.
« Potrebbero restare a casa per ricevere la chemioterapia, evitando lunghe sessioni di infusione e gli effetti collaterali associati alla somministrazione endovenosa. », concludono i ricercatori.
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