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Salute. Acari, muffe… Fai attenzione all’inquinamento nei tuoi interni

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I francesi trascorrono l’80% del loro tempo in spazi chiusi (abitazioni, luoghi di lavoro, trasporti, ecc.).

L’inquinamento indoor, che comprende acari, muffe e composti organici volatili, li colpisce fortemente, con un dato allarmante: l’aria indoor è da 5 a 9 volte più inquinata di quella esterna, secondo l’Osservatorio della qualità degli ambienti interni (OQEL). È responsabile di oltre 20.000 morti premature ogni anno in Francia.

L’associazione francese per la salute respiratoria evidenzia, attraverso questa indagine “Salute e abitazione”, la mancanza di conoscenza di coloro che sono principalmente preoccupati per l’inquinamento indoor. Potremmo aspettarci che queste persone, affette da malattie respiratorie croniche, abbiano una migliore percezione dei rischi, essendo più consapevoli del pericolo. Non è questo il caso.

Oltre il 70% ritiene che l’aria interna non sia più inquinata di quella esterna

Secondo l’indagine, il 97% degli intervistati ritiene che la qualità dell’aria interna possa avere effetti sulla salute e l’86% si dichiara preoccupato per questo argomento, di cui il 50% “molto preoccupato”.

Tuttavia, il 71% si sente sicuro a casa, ritenendo che l’aria interna non sia più inquinata di quella esterna. In realtà è il contrario.

Per quanto riguarda l’umidità, l’82% la considera un inquinante dell’aria interna. Tuttavia, il 40% degli intervistati ha difficoltà a identificare gli inquinanti nel loro complesso. E il 41% non conosce soluzioni efficaci per proteggersi da questo tipo di inquinamento.

Secondo i dati ufficiali dell’INSEE, il 20,6% delle case francesi presenta segni visibili di umidità.

Il 40% dei partecipanti afferma di avere poche o nessuna informazione sull’inquinamento dell’aria interna. Pertanto, il 67% desidera ricevere informazioni affidabili dagli operatori sanitari e il 57% tramite siti ufficiali (Stato, società scientifiche, ecc.).

Chiama il CEI!

Il 95% delle persone con malattie respiratorie e dei loro caregiver non si è mai fatta effettuare una diagnosi della qualità dell’aria nella propria casa, anche se il 43% ha dichiarato di aver già vissuto in una casa che mostrava segni di umidità (muffa, condensa o salnitro).

Inoltre, il 41% degli intervistati cita almeno un cattivo consiglio per combattere l’umidità, come “acquistare impianti di depurazione” o “piccoli apparecchi elettrici come purificatori d’aria con filtri speciali”. Nessuna delle tecnologie di bordo garantisce buone prestazioni, precisa l’Agenzia per l’ambiente e l’energia.

L’inquinamento indoor può danneggiare la salute respiratoria in generale e, più specificamente, esacerbare malattie come l’asma o la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). I consulenti per l’ambiente interno (CEI), in possesso del diploma in “Salute respiratoria e habitat”, rappresentano un elemento chiave nella prevenzione delle patologie respiratorie.

Su richiesta di un medico, vengono a casa tua per valutare la natura e il livello di inquinamento interno. Perché spesso i pazienti faticano a identificare la presenza di muffe o altri allergeni e sostanze tossiche nella loro casa. Il consulente per l’ambiente interno è in grado di rilevare l’inquinamento indoor responsabile di problemi respiratori, di origine allergica o meno.

Ciò include le sostanze irritanti causate dai composti organici volatili emessi dalle vernici e dai profumi per interni, nonché dalle muffe.

Quotidianamente, per limitare l’inquinamento indoor, aprire le finestre per circa quindici minuti ogni giorno, anche in inverno, oppure far installare una ventilazione meccanica controllata (VMC) per areare gli ambienti abitativi, a cominciare dal bagno.

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