DayFR Italian

Ebola, virus Marburg… Un contenitore ultrasicuro unico in Francia di fronte ai rischi epidemici

-

Copristivali, una tuta impermeabile con cappuccio, due paia di guanti… Solo vedendo i molteplici dispositivi di protezione indossati dagli operatori sanitari, capiamo che la cosa è grave. Da diverse settimane, un dispositivo “molto innovativo” è l’orgoglio dell’ospedale universitario di Angers. L’istituto sanitario, referente regionale per “epidemia e rischio biologico”, è infatti l’unico in Francia a disporre di Elytron. Questo è il nome dato a questa “unità ad alto isolamento” destinata ad accogliere pazienti che presentano sintomi di febbre emorragica virale (dolori muscolari, febbre, perdita di sangue, ecc.), come i temuti virus Ebola o Marburg.

In questo container di circa 40 m2, trasportabile e dispiegabile in poche ore, l’obiettivo è evitare qualsiasi contaminazione. Il paziente, arrivato su una barella a bolle d’aria che lo ricopre, viene posto in una “stanza” a pressione negativa, dove l’aria viene filtrata in maniera estremamente fine.

Lì resterà per 72 ore, fino a quando, in particolare, i campioni di sangue non saranno prelevati in modo sicuro e la diagnosi sarà stabilita chiaramente. Dall’altra parte del telone trattato, tutta l’attrezzatura per la cura è già lì, numerata, pronta all’uso. In un altro spazio, vicino all’uscita, è esposto il meticoloso protocollo di svestizione degli operatori sanitari.

Il container è attualmente dispiegato in un parcheggio presso l’ospedale universitario di Angers-C.Jouannet

Un “salto” dai tempi del Covid

«Quando si contratta un agente infettivo altamente patogeno del gruppo 4, come l’Ebola, la mortalità varia tra il 30 e l’80», spiega il dottor Yves-Marie Vandamme, medico infettivologo e referente del rischio biologico e epidemico presso l’Ospedale universitario di Angers. Dobbiamo essere in grado di prenderci cura di questi pazienti, continuando a curare gli altri. Ma soprattutto tutelare i caregiver che saranno i primi a contagiarsi. È quello che è successo durante la grande epidemia di Ebola del 2013-2014…” E che sembra ripetersi con quella del virus Marburg che imperversa in questi giorni in Ruanda, provocando 12 morti dalla fine di settembre.

Per il momento, fortunatamente, ad Angers non è pervenuto alcun caso importato. “È un paradosso rallegrarsi di attrezzature che non vorremmo mai utilizzare”, osserva Karen Burban-Evain, direttrice della sanità pubblica e ambientale dell’ARS Pays-de-la-Loire, che finanzia il sistema con 600.000 euro. In assenza di pazienti, nei giorni scorsi sono stati organizzati dei corsi di formazione, «un’occasione per sapersi preparare bene» e lo strumento interesserebbe ben oltre il reparto. “Questa è l’essenza della gestione della crisi e il segno che è stato fatto un salto dopo il Covid”, ritiene Karen Burban-Evain. In particolare nel prepararsi ad affrontare le patologie emergenti che stanno accelerando con il movimento umano. »

Il cambiamento climatico è la fonte di nuove malattie

Per Yves-Marie Vandamme, la Francia potrebbe infatti affrontare nuove malattie, con “agenti infettivi che già conosciamo, come il Mpox, che si sta adattando sempre più”. Ma si prevede che anche i cambiamenti climatici daranno luogo a situazioni sanitarie eccezionali. “Non abbiamo riscontrato casi indigeni di dengue o chikungunya prima del 2010 e ora ce ne sono alcuni”, nota il medico. Questo perché i vettori di trasmissione, come le zanzare o le zecche, stanno diventando sempre più adattabili. »

Nel frattempo, l’Ospedale universitario indica che l’unità modulare può fungere anche da luogo di cura in caso di afflusso massiccio di feriti, con spazio sufficiente per installare otto barelle.

Related News :