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“Avere il messaggio giusto”, “stabilire un protocollo”… 4 sfide principali per migliorare la prevenzione delle malattie

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Dare potere alla popolazione

IL Dottor Aymène Kebaili sfida un’idea ricevuta sottolineandola “il sistema sanitario non è necessariamente saturo, ma piuttosto scarsamente utilizzato”.

Esempi a sostegno di percorsi assistenziali incoerenti. “Alcuni genitori consultano il medico di base e poi vanno al pronto soccorso semplicemente… per controllare una ricetta! Altri mi dicono che i loro figli sono seguiti da un medico… al pronto soccorso!” si lamenta.

Il dibattito inizia sulla responsabilità individuale. IL Prof. David Darmon, vicepresidente della Sanità dell’Università della Costa Azzurra, paragona il modello francese a quello dei paesi anglosassoni, dove gli individui si assumono maggiori responsabilità, come quando firmano essi stessi una liberatoria per praticare uno sport. “In Francia, è il sistema sanitario a farsi carico di questo onere.”

Sempre attorno a questo tema, Michel Salvadoridirettore dell’istituto Arnault Tzanck, cita l’insufficienza cardiaca, una malattia che si può prevenire con semplici gesti, come il monitoraggio del peso o della pressione sanguigna. “Il paziente deve accettare di essere coinvolto.”insiste.

Stabilire un vero protocollo

Cristiano Pradier, direttore del dipartimento di sanità pubblica dell’Ospedale universitario di Nizza, ritiene che la prevenzione debba essere meglio controllata, e soprattutto valutata, così come i rigidi protocolli per i farmaci.

Le iniziative sono molte, ma poche hanno dimostrato la loro efficacia. Ad esempio, non è noto se la campagna “Ottobre rosa” migliori effettivamente lo screening del cancro al seno. Altrimenti bisognerebbe fermarlo.” nota.

È favorevole a valutazioni rigorose come quelle effettuate dai paesi anglosassoni, che hanno registrazioni di azioni supportate da dati scientifici.

Saper trasmettere il messaggio giusto alla persona giusta

Il modo di comunicare, in ambito prevenzione, a volte può rivelarsi controproducente Cristiano Pradier citando l’esempio di una campagna antifumo canadese che, paradossalmente,… incoraggiava alcuni giovani a fumare!

Loick Menvielle, direttore della Chair Management in Innovative Health di Edhec, si riprende suggerendo di puntare di più sui social network per raggiungere i giovani. Dobbiamo adottare codici di influenza per rendere i messaggi di prevenzione più efficaci.”dice.

Avere più dati

Professor Emmanuel Barranger, direttore generale del Centre Antoine Lacassagne, sottolinea la mancanza di dati per azioni di prevenzione mirate. “Ridurre l’incidenza del cancro è una sfida importante. Nonostante gli sforzi, i casi sono in aumento. Dobbiamo integrare meglio i fattori ambientali nelle nostre campagne di prevenzione, ma per questo abbiamo bisogno di dati più solidi”.insiste.

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