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postumi cognitivi fino a un anno dopo l’infezione

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L’ESSENZIALE

  • Secondo due nuovi studi, i pazienti che sono stati infettati da Covid-19 possono avere postumi cognitivi fino a un anno dopo.
  • Questi sono caratterizzati da prestazioni cognitive ridotte, in particolare per quanto riguarda le funzioni esecutive come la risoluzione di un puzzle.
  • Negli anziani i sintomi sono più gravi che nei giovani.

Nel corso degli anni siamo diventati sempre più consapevoli delle conseguenze a lungo termine del Covid-19. Due studi, recentemente pubblicati su riviste La Lancetta et Medicina della naturafornire nuove conoscenze sull’impatto del virus sulle funzioni cognitive.

Covid-19: una maggiore riduzione delle capacità cognitive tra gli anziani

Il punto comune di questo lavoro è concentrarsi sugli effetti cognitivi prolungati. Ma la popolazione analizzata non è la stessa. Nello studio di La Lancettai trentaquattro partecipanti erano giovani e sani. D’altra parte, in quello di Medicina della naturai pazienti avevano in media 54 anni.

Risultati: i ricercatori hanno osservato, in entrambi gli studi, un impatto del Covid-19 sulle facoltà cognitive dei partecipanti. Si tratta principalmente di una riduzione, in particolare delle funzioni esecutive come l’adattamento a nuove situazioni, la ricerca della soluzione a un problema, ecc. Non sorprende che le persone anziane abbiano conseguenze più gravi rispetto ai giovani.

Atrofia della materia grigia nei pazienti che hanno contratto il coronavirus

Il Covid-19 non è sempre una soluzione “one shot” di cui ci liberiamo completamente“, spiega Mahmoud Zureik, professore di epidemiologia, a Mondo. In questi due studi, infatti, le facoltà cognitive possono essere colpite per lungo tempo, fino a un anno dopo l’infezione.

Gli scienziati hanno anche scoperto che il Covid-19 può avere un impatto sulla materia grigia del cervello. Secondo ilAccademia di Medicinaquest’ultimo può essere definito come una parte del sistema nervoso centrale che corrisponde ai centri nervosi. “La materia grigia funge da centro nevralgico: ricezione di messaggi, analisi complessa di informazioni, sviluppo di risposte, possiamo leggere nel Larousse Medical. Si caratterizza per l’importanza e la complessità delle sue connessioni intercellulari. (…) La degenerazione della materia grigia della corteccia è la causa di demenze come il morbo di Alzheimer”.

Così, durante la loro ricerca, gli scienziati hanno scoperto che alcuni pazienti affetti da Covid-19 presentavano atrofia della materia grigia. Ciò potrebbe anche spiegare alcune difficoltà cognitive diversi mesi dopo l’infezione da SARS-CoV-2.

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