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questa stanza d’ospedale in un bazar aumenta la consapevolezza della sicurezza dei pazienti

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Una scatola di medicinali scaduta, due pazienti invertiti o addirittura un letto d’ospedale non idoneo. Abbiamo ritrovato tutti questi errori martedì 1 ottobre e mercoledì 2 ottobre in un’attività proposta dall’ospedale Bourganeuf, nella Creuse. L’ospedale ha allestito una “stanza degli errori” con un falso paziente all’interno per la “settimana della sicurezza del paziente”. Questo è un consapevolezza della sicurezza. Durante queste due giornate hanno partecipato una cinquantina di operatori sanitari, personale ospedaliero e anche pazienti.

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A prima vista, questa stanza d’ospedale sembra come tutte le altre. Tranne un dettaglio: il paziente disteso nel letto lo è una modella con una parrucca rosa neonocchiali con l’immagine delle redini di Babbo Natale sulla punta del naso. In giro, Sandrine ed Emilie trovano rapidamente diversi errori: “sulla flebo non c’è l’identità del paziente!“, “la sacca dell’urina non è al posto giusto!”.

Non solo per gli operatori sanitari

I due dipendenti del centro ospedaliero però non sono badanti. Emilie è consulente in economia sociale e familiare: “Continuiamo a incontrare i pazienti, quindi è sempre utile. Anche per cose semplici come rimettere il campanello a portata di mano del paziente”. In quindici minuti devono trovare quanti più errori possibili e scriverli su un foglio di carta. Emilie vede un medicinale scaduto da un mese. La sua collega Nathalie scopre che la data di nascita sul foglio di cura non è la stessa del braccialetto della modella, forse è il paziente sbagliato.

Originariamente destinato agli operatori sanitari, il laboratorio è stato quindi aperto a tutto il personale e anche ai pazienti. “Vogliamo coinvolgere il più possibile gli utenti affinché diventino attori a loro carico”spiega Julie Lebegue, responsabile della gestione della qualità e del rischio dell’ospedale. Fu lei a organizzare la stanza degli errori: “Ad esempio permette di far capire agli utenti che quando chiediamo loro di fornire la propria identità durante il soggiorno, non è per infastidirli, è per garantire la massima sicurezza”.

“È la nostra vita quotidiana”

Il primo giorno di martedì era ancora riservato agli operatori sanitari. Patricia indossa la sua camicetta bianca da infermiera, ha partecipato e ci sta ancora ridendo: “la ricetta per le infusioni era spazzatura! Solo dalle 17 alle 21 e poi dopo cosa?». Lavora a Bourganeuf da 33 anni e ha trovato la maggior parte degli errori, ma non tutti. “Ci sono cose evidenti, altre meno. E poi con l’esperienza a volte non si vede più, è bello anche mettersi in discussione”sottolinea l’infermiera.

Julie Lebegue, l’organizzatrice, conferma: “Permette agli operatori sanitari di ricordarsi che devono essere sempre vigili, ad esempio chiedendo e chiedendo ogni volta l’identità del paziente”. Non esclude ripetere l’esperienza l’anno prossimo. Quanto a Sandrine, Emilie e Nathalie, hanno riportato 8 errori riscontrati su 9, un punteggio eccellente.

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