dopo vent’anni l’imputato ammette i fatti

dopo vent’anni l’imputato ammette i fatti
dopo vent’anni l’imputato ammette i fatti
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L’imputato, ormai cinquantenne, si rifiuta invece di fornire il nome del suo complice.

“Era un periodo in cui ero radicato nella delinquenza”. Questo lunedì, 20 gennaio 2025, sul banco degli imputati della Corte d’Assise, Karim, che oggi ha 50 anni, afferma di essere un uomo completamente diverso. Dopo aver negato per quasi vent’anni la sua partecipazione ad una serie di rapine a mano armata contro nove distributori di benzina nel Gard, nell’Hérault e nel Vaucluse, questo lunedì ha ammesso i fatti. E questo, dopo più di vent’anni di latitanza.

“Dai i soldi”

Questo dossier risale tra il dicembre 2003 e il febbraio 2004. Karim e un altro complice di cui non dirà il nome, hanno commesso sei rapine in stazioni di servizio. Per gli altri tre, l’imputato, difeso da Me Hélène Mordacq, ammette di aver agito da solo. “Avevo bisogno di farmaci”risponde a Isabelle Tourn, consigliere generale, quando lei lo interroga su questo cambiamento di funzionamento. Per quanto riguarda lo svolgimento di queste rapine, le diverse audizioni dei testimoni suggeriscono lo stesso processo. “Erano circa le 18. C’erano due persone su una moto, guantate e incappucciate. Hanno messo un po’ di benzina alla pompa e al momento di pagare il passeggero ha tirato fuori una pistola e mi ha detto: “Dammi il registratore di cassa”. Gli ho dato quello che avevo”spiega Nadine*, ex cassiera di un distributore di benzina a Bollène, rappresentata da Me Mallaury Font, del bar di Lione. Un episodio traumatico, come spiega l’ex dipendente, che ha comportato un’interruzione del lavoro di sei mesi, poi una terapia part-time per nove mesi. “Mi dispiace davvero”, sbotta l’imputato.

Condannato per una rapina… in Svizzera

Alla fine il totale di questi furti ammonta a quasi 3.000 euro. Gli investigatori sono riusciti a risalire alla strada di Karim e di un primo presunto complice grazie alle testimonianze, ma anche alla motocicletta utilizzata durante le rapine. Nel corso delle indagini, la polizia ha scoperto che quest’ultimo era stato rubato pochi giorni prima ad Alès da un terzo individuo. Arrestato nell’ambito di un caso completamente diverso, ha ammesso diversi furti tra cui quello della due ruote. Durante la sua custodia di polizia spiega di aver scambiato questa motocicletta con 200 grammi di resina di cannabis a Karim. I caschi, così come le chiavi della moto, ma anche l’arma, che si rivelerà falsa, verranno finalmente ritrovati in un’auto in Svizzera, mentre Karim e il suo presunto complice vengono arrestati per un furto in una gioielleria e… un distributore di benzina. rapina. Era lo stesso anno, il 2003. Hanno ricevuto cinque mesi di prigione per questi atti.

Tanti gli elementi che porteranno alla condanna, in contumacia, del cinquantenne, nel 2014 a vent’anni di reclusione per le rapine. Una condanna alla quale si oppone, da qui questo nuovo processo presso la Corte d’assise di Nîmes. Il secondo individuo riceverà 8 anni di carcere, poi dodici anni in appello prima di essere assolto nel 2017 dopo ricorso alla Corte di Cassazione.

Lasciato per 17 anni in Algeria

Solo che Karim, dopo il suo rilascio in Svizzera nel 2007, è partito per l’Algeria. Da allora, spiega di aver ricostruito la sua vita. “Ho iniziato la mia attività nel settore dell’idraulica, mi sono sposato e ho due figli. Ho sempre usato le mani per volare. In Algeria ho capito che potevano fare miracoli”spiega alla corte. Una riconversione professionale che tuttavia sfida Christian Pasta, presidente del tribunale: “Nel 2014 è stato emesso contro di te un mandato d’arresto europeo. Nessuno te ne ha parlato?” “No, signor Presidente. L’unica volta che ne ho sentito parlare è stato quando sono stato arrestato in Algeria per guida in stato di ebbrezza (dove verrà condannato a sei mesi di carcere per omicidio colposo perché nell’incidente morì suo cugino, presente nel veicolo, ndr) –. Il tribunale algerino ha chiesto tre volte alla Francia di inviare il mio fascicolo, ma non l’ha mai ricevuto”.sottolinea. Secondo lui, nel corso di questo processo sarebbe stato assolto, senza alcuna causa.

Infine, fu nel 2024, durante un viaggio in Spagna, che Karim fu arrestato dall’Interpol. Da allora è detenuto nel carcere di Villepinte, nel dipartimento di Seine-Saint-Denis. Il processo continua questo martedì, con l’udienza di Karim, che dovrà spiegare i fatti di cui è accusato. Rischia fino a vent’anni di reclusione penale.

*Il nome è stato cambiato.

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