Domenica 12 gennaio, il Ministro della Giustizia Gérald Darmanin ha annunciato una misura forte di lotta contro il traffico di droga organizzato a partire dagli istituti penitenziari.
Secondo Tendance-Ouest si tratta di isolare i “cento maggiori trafficanti di droga” francesi, che continuano le loro attività criminali dalle loro celle, in carceri di alta sicurezza dalla prossima estate. Tra i siti presi in considerazione c’è il centro penitenziario di Alençon Condé-sur-Sarthe, un’infrastruttura già rinomata per ospitare i prigionieri più pericolosi.
Condé-sur-Sarthe in prima linea
Il centro penitenziario di Condé-sur-Sarthe, con la sua 204 posti altamente sicuriè considerato un modello per l’accoglienza di questa tipologia di detenuti. Joaquim Pueyo, ex direttore del centro di detenzione di Fleury-Mérogis e attuale sindaco di Alençon, sostiene questa iniziativa. Secondo lui, si ispira ai sistemi già predisposti per i prigionieri legati al terrorismo, come le unità di valutazione e di trattamento della radicalizzazione.
“Dobbiamo creare prigioni ultrasicure, dotate di disturbatori, videoprotezioni e controlli rigorosi delle celle”, spiega citando Condé-sur-Sarthe come esempio.
Una misura che trova consenso all’interno del governo
Anche il ministro degli Interni Bruno Retailleau, in viaggio lunedì 13 gennaio a Le Havre, ha dato il suo sostegno a questa iniziativa. “Gérald Darmanin ha assolutamente ragione a voler isolare i trafficanti di droga più pericolosi in carceri dedicate”, ha dichiarato.
Tuttavia, Joaquim Pueyo insiste sulla necessità di formare il personale carcerario per prepararlo alle pressioni e alle minacce esercitate da questi detenuti. “Alcuni trafficanti di droga non esitano a corrompere o intimidire i supervisori”, avverte.
Prevista una rete nazionale
Sebbene Gérald Darmanin non abbia ancora precisato quali stabilimenti saranno interessati, ne ha avanzato la possibilità distribuire i trafficanti di droga in diverse prigioni altamente sicure. Joaquim Pueyo cita in particolare il centro di Vendin-le-Vieil, nel Pas-de-Calais, come possibile alternativa a Condé-sur-Sarthe.
“Potremmo assegnare i posti vacanti in queste carceri a questi criminali, senza interrompere il funzionamento delle istituzioni”, suggerisce, sottolineando l’importanza di costruire più prigioni per evitare il sovraffollamento delle carceri e le tensioni che esso provoca.
Un obiettivo: garantire la sicurezza degli istituti penitenziari
Il progetto fa parte di una strategia globale mirata a limitare i traffici, la violenza e le pressioni che nascono dalla convivenza tra detenuti in celle sovraffollate. “Ogni detenuto deve avere la propria cella, per ridurre le interazioni che alimentano il traffico”, conclude Joaquim Pueyo, ricordando l’urgenza di questa misura per garantire la sicurezza nelle carceri francesi.