In vari dipartimenti francesi, le donne che praticano la caccia si sono raggruppate per dedicarsi alla loro attività ricreativa, insieme, all’interno di entità specifiche, senza creare una federazione di caccia parallela a quella che già esiste e di cui fanno parte. .
L’Ariège ha le sue Diane che hanno voluto invitare i loro colleghi delle Landes per un fine settimana di incontri, sport e scambi. I due presidenti ci spiegano: “Siamo invitati ogni anno in ottobre nelle Landes e quindi, in un certo senso, ricambiamo la cortesia. Oltre alla condivisione della passione per la caccia, sono tanti i momenti di convivialità e amicizia. I Diane sono gruppi formati essenzialmente da donne, cacciatrici e non. Ci sono, infatti, anche i più giovani che non hanno ancora l’età per poter cacciare o coloro che sono in procinto di ottenere la licenza, che noi supportiamo nell’ottenimento della stessa. La maggior parte pratica la grossa selvaggina ma sono rappresentati tutti i tipi di caccia, sia con i fucili, sia con i fagiani o beccacce, con le lepri, ma anche a distanza ravvicinata, con gli archi. Alcuni praticano la falconeria o la caccia solo per i cani. Effettuiamo, ad esempio, la “ricerca del sangue”, ovvero si addestra un cane a ritrovare un animale ferito, che non deve essere lasciato soffrire. Incontrarci ci permette di discutere dei nostri metodi di caccia, perché il biotopo non è affatto lo stesso nell’Ariège o nelle Landes. Raggrupparci come donne ci permette di cacciare tra di noi, soprattutto perché abbiamo un’immagine diversa presso il grande pubblico, che ci porta a spiegare la nostra concezione della caccia, a farla capire. L’obiettivo finale non è uccidere un animale; siamo amanti della natura, soprattutto. Essere donna e cacciatrice è uno stato d’animo e siamo sempre più rappresentati negli organismi federali”.
