(Agence Ecofin) – Tra le altre cose questa settimana: l’Africa CDC lancia un ambizioso piano strategico per combattere le malattie tropicali; Il Togo introduce cure preventive contro la malaria per i neonati; e il Ruanda è elogiato per la sua buona gestione dell’epidemia di Marburg. Allo stesso tempo, il Marocco inaugura l’Accademia africana delle scienze della salute a Dakhla…
Un ambizioso piano continentale per combattere le malattie tropicali
I paesi dell’Unione Africana stanno lanciando l’offensiva contro le malattie tropicali e infettive. Nel corso di un workshop di alto livello organizzato dal 27 al 29 novembre dal Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa CDC), i 55 paesi membri hanno convalidato un’ambiziosa tabella di marcia per un nuovo piano strategico che coprirà il periodo 2024-2027.
Questo piano mira a integrare la prevenzione e il controllo di malattie come l’HIV/AIDS, la malaria, la tubercolosi, l’epatite e le malattie tropicali trascurate (NTD) nei sistemi sanitari nazionali. “Dobbiamo intensificare i nostri sforzi per cambiare la situazione e trovare soluzioni durature“, ha affermato il dottor Jean Kaseya, direttore generale dell’Africa CDC, aprendo il seminario.
Le priorità convalidate includono il rafforzamento dei partenariati, una maggiore collaborazione multisettoriale e un monitoraggio rigoroso dei progressi. Questo progetto fa parte dell’Agenda 2063 dell’Unione Africana e del Nuovo Ordine di Sanità Pubblica dell’Africa CDC, che sostiene l’autonomia sanitaria del continente. Questo piano ha il sostegno di leader come Cyril Ramaphosa (Sudafrica), William Ruto (Kenya), Bola Tinubu (Nigeria) e Hakainde Hichilema (Zambia).
Ad oggi, nonostante i notevoli progressi, il continente africano sostiene ancora il 94% dei casi di malaria a livello mondiale e il 40% del carico globale di malattie non trasmissibili. Gli ostacoli principali restano il sottofinanziamento, la fragilità dei sistemi sanitari e l’accesso limitato alle cure.
Lotta al vaiolo: un protocollo unificato per rafforzare la sorveglianza in Africa
Questa settimana il CDC per l’Africa ha inoltre introdotto un protocollo di sorveglianza unificato per contrastare la recrudescenza del morbo, che continua ad aumentare nel continente. Dal 2022, più di 20 paesi africani, tra cui Burundi e Ruanda, hanno segnalato focolai, rivelando carenze nei sistemi di sorveglianza.
Il protocollo, basato su definizioni di casi standardizzate, combina tecnologie di sequenziamento genomico e strumenti diagnostici avanzati per identificare i ceppi virali emergenti. I paesi membri devono ora condividere i dati in tempo reale, facilitando una risposta rapida e coordinata.
Ciò include il rafforzamento della capacità degli stati africani di gestire le epidemie attuali e future.
Morbillo in Senegal: oltre 400 casi registrati nel 2024
Secondo il dottor Abdoulaye Mangane della Direzione della Prevenzione, il Senegal ha registrato quest’anno più di 400 casi confermati di morbillo in 33 distretti sanitari, che rappresentano il 41% delle aree del paese.
A fronte di queste cifre, una campagna nazionale di vaccinazione si rivolge a più di 7,3 milioni di bambini con 8 milioni di dosi disponibili. In questo contesto, le autorità chiedono una maggiore consapevolezza per contrastare la riluttanza e le voci. L’obiettivo è rafforzare il sostegno della comunità per debellare la malattia.
Il Ruanda è stato elogiato per la sua gestione esemplare dell’epidemia di Marburg
Il Ruanda ha ricevuto molti complimenti dall’Africa CDC per il suo successo nel contenere l’epidemia di Marburg, che è stata dichiarata chiusa poche settimane fa. Questa gestione efficace ha portato gli Stati Uniti a revocare l’avviso sanitario di livello 3, inizialmente emesso a ottobre. Il Ruanda, con il sostegno dell’Agenzia sanitaria panafricana, ha adottato misure rigorose: decentralizzazione dei laboratori, coinvolgimento della comunità e rafforzamento delle capacità di risposta. In meno di due mesi l’epidemia è stata contenuta, senza diffusione regionale.
Marocco: varata l’Accademia Africana delle Scienze della Salute
L’Accademia Africana delle Scienze della Salute (AAHS), progetto faro della Fondazione Mohammed VI, è stata inaugurata questa settimana a Dakhla (Marocco), per rafforzare la cooperazione e l’innovazione in campo sanitario nel continente.
Progettato per ospitare 3.000 studenti in un campus di 47 ettari, l’AAHS mira a diventare un centro di eccellenza per la ricerca e la formazione. Integrerà le tecnologie moderne, svilupperà i Big Data sanitari e creerà un osservatorio sanitario africano. “Questa accademia mira a riunire esperti e istituzioni per affrontare le sfide sanitarie africane.“, ha indicato il professor Youns Bjijou, vicedirettore della Fondazione.
Una nuova iniziativa per combattere la trasmissione da madre a figlio dell’HIV, della sifilide e dell’epatite B
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per l’Africa questa settimana ha lanciato un Comitato Regionale di Validazione per eliminare la trasmissione da madre a figlio dell’HIV, della sifilide e dell’epatite B. Questo comitato, che riunisce esperti di vari paesi africani, sarà responsabile della valutazione dei progressi nazionali e convalidare le relazioni sul rispetto degli obiettivi di eliminazione. Sebbene negli ultimi anni siano stati compiuti progressi, in particolare nell’Africa orientale e meridionale, dove il 90% delle donne incinte ricevono cure antiretrovirali, le sfide persistono nell’Africa occidentale e centrale, che rimane in ritardo.
Il comitato, guidato dal Triple Elimination Framework dell’OMS, mira a rafforzare i sistemi sanitari e ad accelerare i progressi attraverso un sistema di certificazione graduale (bronzo, argento, oro).
Togo: cure preventive contro la malaria nei neonati
Il 28 novembre 2024, il Togo ha lanciato un nuovo programma per combattere la malaria, introducendo un trattamento preventivo per i neonati nel suo Programma di vaccinazione ampliato (EPI). D’ora in poi, i bambini sotto i due anni riceveranno quattro dosi di sulfadossina-pirimetamina all’età di 10 settimane, 14 settimane, 9 mesi e 15 mesi. Ciascuna dose fornirà 35 giorni di protezione contro forme gravi di malaria. Sostenuta dal Fondo Globale, questa iniziativa mira a rafforzare la salute dei bambini vulnerabili, tutto l’anno.
Ayi Renaud Dossavi
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