Questa secolare piaga, che ha segnato la storia delle società umane, colpisce oggi soprattutto l’Africa, anche se resta diffusa in Asia e in America Latina. L’Europa, dal canto suo, ha eliminato la malattia anni fa, ma il riscaldamento globale rischia di espandere gli habitat adatti alle zanzare vettori, minacciando così aree precedentemente risparmiate.
Dopo quasi mezzo secolo di lavoro sono stati finalmente sviluppati due vaccini, dimostrandone la sicurezza e l’efficacia.
Tra il 2000 e il 2015, notevoli progressi hanno portato a una significativa riduzione dei casi e dei decessi per malaria. Questi progressi sono stati possibili grazie a metodi che combinano l’uso di insetticidi, zanzariere e trattamenti antimalarici.
Tuttavia, l’emergere della resistenza agli insetticidi e ai farmaci mette in discussione questi risultati. Sebbene i nuovi vaccini contro la malaria rappresentino un importante passo avanti, la loro diffusione richiede investimenti significativi per raggiungere le popolazioni vulnerabili.
1. La malaria, una delle principali cause di morte dei bambini sotto i cinque anni
Ogni minuto un bambino muore di malaria, una tragedia che colpisce più duramente le famiglie che vivono in povertà. Le cattive condizioni igienico-sanitarie, la mancanza di accesso ad alloggi adeguati e all’assistenza sanitaria favoriscono la diffusione della malattia.
Le popolazioni più povere sono le più colpite: il 58% dei decessi avviene tra il 20% più povero della popolazione mondiale. Oltre al costo umano, la malaria ha importanti ripercussioni sociali ed economiche, facendo precipitare le famiglie nella povertà e privando i bambini dell’istruzione, compromettendone così il futuro.
Nell’aprile 2024, l’UNDP ha chiesto sforzi congiunti per combattere contemporaneamente povertà e malaria, andando oltre un approccio esclusivamente sanitario.
2. Progressi stagnanti per diversi anni
Tra il 2000 e il 2015, maggiori sforzi hanno ridotto le morti per malaria di quasi il 40%. Tuttavia, questi progressi sono rallentati, in particolare a causa delle interruzioni causate dalla pandemia di COVID-19, che ha portato a un notevole aumento dei decessi correlati alla malaria.
3. Crescente resistenza ai trattamenti
Quando la resistenza all’artemisinina – il principale antimalarico utilizzato nelle terapie combinate – è comparsa nel sud-est asiatico, gli esperti si sono preoccupati delle conseguenze se avesse raggiunto l’Africa, dove si concentra il 95% dei casi di malaria e il 96% dei decessi legati a questa malattia.
Oggi i loro timori sono confermati: la resistenza si sta effettivamente diffondendo in Africa. Una delle principali mutazioni monitorate è PfCup13che si manifesta clinicamente come un rallentamento nell’eliminazione dei parassiti, che allunga i tempi necessari per debellare l’infezione.
Sebbene la maggior parte delle infezioni rimanga per ora curabile, lo sviluppo di nuovi farmaci antimalarici è molto limitato. Gli scienziati stanno lavorando con i paesi per adattare i loro programmi contro la malaria, compresa l’esplorazione di nuove combinazioni di farmaci o la combinazione dell’artemisinina con due farmaci antimalarici anziché con uno solo, nel tentativo di rallentare la diffusione della resistenza.
4. Lo sviluppo di un vaccino contro la malaria: una svolta storica, ma da abbinare ad altri interventi
Lo sviluppo di un vaccino contro la malaria è stata una vera epopea, mobilitando ricercatori di tutto il mondo che hanno fatto di questa ricerca la missione della loro vita per prevenire una malattia che ancora uccide milioni di persone.
A differenza dei virus, i parassiti rappresentano una sfida molto più complessa per la creazione di vaccini perché sono organismi sofisticati che cambiano forma a seconda delle fasi del loro ciclo vitale. Ciò rende difficile preparare efficacemente il nostro sistema immunitario a combatterli.
Dopo quasi mezzo secolo di lavoro, sono stati finalmente sviluppati due vaccini, dimostrandone la sicurezza e l’efficacia.
L’OMS sottolinea, tuttavia, che è essenziale che questi vaccini siano somministrati insieme alle zanzariere trattate con insetticidi e agli antimalarici preventivi (chemioprevenzione) per fornire una protezione completa contro questa malattia.
5. I vaccini contro la malaria supportati da Gavi vengono lanciati in Africa
Ad oggi, 16 paesi hanno introdotto questi vaccini con il sostegno di Gavi: Ghana, Kenya, Malawi, Camerun, Burkina Faso, Sierra Leone, Benin, Liberia, Costa d’Avorio, Sud Sudan, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Niger, Ciad, Repubblica Democratica del Congo e Sudan. Si prevede che altri paesi seguiranno nelle prossime settimane.
Questi vaccini hanno un immenso potenziale per salvare vite umane e ridurre i casi di questa malattia devastante. Gavi sta attualmente conducendo una campagna di finanziamento per il periodo 2026-2030, con l’obiettivo di raccogliere 9 miliardi di dollari. Questi fondi forniranno a centinaia di milioni di bambini l’accesso alla protezione contro varie malattie, inclusa la malaria.