Uno degli assi principali della ricerca attuale consiste nell’arricchire le categorie diagnostiche integrando biomarcatori, al fine di individuare forme cliniche più omogenee. L’idea è quella di identificare sottogruppi di pazienti le cui patologie sono associate a marcatori specifici. Ciò consentirebbe non solo una diagnosi più precisa, ma anche una migliore comprensione dei meccanismi e delle cause di ciascun disturbo.
Oggi i trattamenti disponibili sono molto generali e spesso rimangono simili da una patologia all’altra. L’obiettivo è quindi quello di utilizzare tutti gli strumenti della ricerca moderna: genomica, proteomica, metabolomica, immunologia, imaging cerebrale, elettrofisiologia, intelligenza artificiale, ecc. — isolare questi sottogruppi omogenei, talvolta comuni anche a più entità categoriali risultanti dalle classificazioni attuali, e comprenderne meglio i meccanismi. Indirizzando i nostri trattamenti in questo modo, potremmo adattare le cure in modo più efficace e personalizzato.
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