Di fronte agli impatti persistenti del COVID-19 sugli operatori sanitari, l’Istituto nazionale di sanità pubblica del Quebec (INSPQ) ha condotto un’indagine approfondita tra maggio e luglio 2023 per comprendere meglio l’entità e le caratteristiche dei sintomi prolungati della malattia, noti anche da tanto tempo covid. Questo primo rapporto evidenzia la frequenza dei sintomi persistenti, i loro fattori di rischio e le difficoltà di accesso alle cure per questi professionisti.
La persistenza del covid lungo tra gli operatori sanitari del Quebec
Lo studio condotto dall’INSPQ su quasi 400.000 operatori sanitari rivela statistiche preoccupanti sulla persistenza dei sintomi post-COVID-19. Secondo i risultati, più di tre quarti degli operatori sanitari hanno contratto il Covid-19 dall’inizio della pandemia. Di questi, circa il 15% ha riportato sintomi persistenti oltre le dodici settimane dopo l’infezione iniziale. Nel giugno 2023, si stima che il 6% di tutti gli operatori sanitari fosse ancora affetto da covid a lungo termine, una situazione che interrompe gravemente il funzionamento della rete sanitaria a causa dell’assenteismo e degli impatti sulle capacità professionali di questi professionisti.
La probabilità di sviluppare sintomi di long covid aumenta con il numero di contagi successivi: un singolo episodio di COVID-19 presenta un rischio di long covid pari a circa il 13%, che sale al 23% con due contagi e arriva al 37% per tre episodi di covid lungo. contaminazione.
Caratteristiche dei sintomi covid di lunga durata e gruppi più colpiti
Tra i sintomi più comunemente segnalati, la stanchezza predomina nel 72% dei casi di covid lungo, seguita da mancanza di respiro (53%), difficoltà di concentrazione (50%), problemi di memoria (48%) e confusione mentale (44%). Una suddivisione in base alla gravità dei sintomi mostra che un quarto delle persone colpite presenta solo sintomi lievi, il 42% riferisce sintomi moderati e un terzo dei casi di covid lungo presenta almeno un sintomo grave.
L’indagine INSPQ ha permesso di identificare alcuni sottogruppi di caregiver a rischio più elevato. Le donne, le persone di età compresa tra 40 e 59 anni, quelle con malattie croniche (in particolare respiratorie o depressive) o obesità, le persone economicamente svantaggiate e i membri delle minoranze etniche sono particolarmente vulnerabili al covid a lungo termine. Inoltre, il rischio di covid a lungo termine è aumentato per i caregiver che sono stati infettati durante le prime ondate della pandemia, quando circolava la variante ancestrale del SARS-CoV-2.
Accesso limitato alle cure per gli operatori sanitari affetti da covid di lunga durata
Nonostante la necessità di cure per questi lavoratori, l’accesso ai servizi rimane limitato. Lo studio riporta che il 67% dei caregiver affetti da covid lungo voleva ricevere cure mediche, ma solo il 48% ha potuto accedervi. I servizi di riabilitazione e monitoraggio psicologico, sebbene essenziali per la riabilitazione, vengono ottenuti solo da circa il 12% dei richiedenti.
Il rapporto evidenzia esigenze specifiche per la gestione dei sintomi cognitivi (solo il 2% dei caregiver ha ottenuto cure per disturbi di memoria e concentrazione nonostante l’elevata domanda), illustrando una mancanza di gestione di questi sintomi ancora sottovalutati. La disparità tra la necessità e l’effettivo accesso alle cure riabilitative o al monitoraggio psicologico evidenzia una maggiore pressione sul sistema sanitario.
Metodologia: un approccio rigoroso e rappresentativo
Lo studio INSPQ si basa su una metodologia in tre fasi (2023-2025), volta a valutare l’evoluzione dei sintomi covid a lungo termine e i suoi effetti sulla capacità professionale dei caregiver:
- Fase 1 : raccolta dati iniziale nel 2023.
- Fase 2 e 3 : follow-up a uno e due anni (2024 e 2025).
Per garantire la rappresentatività, è stato selezionato anche un campione casuale tra i non intervistati, consentendo di confrontare le caratteristiche degli intervistati e di tutti i caregiver del Quebec. Le informazioni sociodemografiche, cliniche e sulla comorbilità sono state raccolte tramite database amministrativi e un questionario dettagliato, garantendo una copertura completa degli aspetti che influenzano il covid a lungo termine.
Analisi dettagliata dei risultati e dei bias metodologici
Un’ulteriore analisi evidenzia risultati sfumati tra le risposte del questionario elettronico (tasso di risposta del 6%) e questionario telefonico (tasso di risposta del 69%). Questa significativa differenza ha un notevole impatto sui risultati: la prevalenza del long covid al momento dell’indagine telefonica è di circa metà in meno rispetto a quanto osservato nel questionario elettronico. Ciò potrebbe essere spiegato dal fatto che i caregiver pesantemente colpiti dal lungo covid sono più propensi a rispondere ai sondaggi elettronici, mentre i risultati telefonici, essendo più rappresentativi, potrebbero riflettere meglio la situazione generale.
Sintomi e gravità
Il documento fornisce anche dati dettagliati sui sintomi: il 74% dei caregiver affetti da covid lungo riferisce tre o più sintomi. I sintomi più comuni rimangono affaticamento, mancanza di respiro e disturbi cognitivi, la cui frequenza è da due a sette volte superiore rispetto ai gruppi di controllo.
Impatto delle reinfezioni e delle varianti virali
Dai dati emerge che i caregiver che hanno contratto più volte il Covid-19 vedono aumentare il rischio di covid a lungo termine: 11% dopo una prima infezione, 20% con due infezioni e 32% per tre infezioni. Questo rischio aumenta anche a seconda della gravità dell’infezione iniziale, con i pazienti ospedalizzati a rischio particolarmente elevato. Tuttavia, le infezioni della variante Omicron, sebbene meno virulente, sono responsabili della maggior parte dei casi a causa della loro rapida diffusione.
Sfide per il sistema sanitario del Quebec e prospettive
I risultati di questo sondaggio mostrano l’entità dell’impatto a lungo termine del Covid sugli operatori sanitari e le sfide che ciò pone al sistema sanitario del Quebec, in particolare in termini di assenteismo e ridotta produttività. L’INSPQ evidenzia una realtà preoccupante in cui i bisogni di assistenza non sono pienamente soddisfatti, in particolare per le cure cognitive, e l’elevata domanda insoddisfatta di servizi di riabilitazione è particolarmente preoccupante.
Questo rapporto segna la prima fase dell’indagine INSPQ, che proseguirà fino al 2025 con il monitoraggio degli operatori sanitari interessati al fine di valutare gli sviluppi della covid a lungo termine. Questo studio potrebbe guidare la gestione dei sintomi post-COVID-19 e adattare le risorse in base alle esigenze degli operatori sanitari. Il proseguimento dello studio e la pubblicazione delle sue fasi future forniranno elementi essenziali per strutturare meglio l’erogazione delle cure e garantire un’adeguata gestione di questa patologia ancora poco compresa ma che ha un forte impatto sul personale e sulla qualità delle cure in ospedale. ospedale.
Quali lezioni per la Francia?
Lo studio condotto in Quebec sulla covid lunga tra gli operatori sanitari fornisce lezioni preziose per la Francia, dove il sistema sanitario si trova ad affrontare sfide simili in termini di carenza di personale e aumento del carico di lavoro dopo la pandemia. I risultati del Quebec sottolineano l’importanza di una migliore comprensione, prevenzione e trattamento della covid a lungo termine tra gli operatori sanitari, al fine di proteggere questa popolazione essenziale per il corretto funzionamento del sistema sanitario. Ecco le principali lezioni che la Francia potrebbe trarre da questo studio:
1. Rivedere l’approccio alla prevenzione e al trattamento del lungo covid
Lo dimostra lo studio del Quebec più del 15% degli operatori sanitari infetti sviluppa sintomi persistenti di covid lungo, con un rischio maggiore per chi ha contratto più infezioni o ha sofferto di un’infezione iniziale grave. In Inghilterra, il 33,6% degli operatori sanitari intervistati presenta sintomi corrispondenti alla covid a lungo termine. In Francia, ciò evidenzia la necessità di rafforzare le misure di prevenzione nelle strutture sanitarie.
Ciò potrebbe includere:
- Maggiore monitoraggio degli operatori sanitari che hanno contratto il COVID-19, per individuare rapidamente i casi di covid a lungo termine.
- Protocolli per limitare le reinfezioni, in particolare attraverso la promozione della vaccinazione, e il rispetto delle misure di prevenzione (dispositivi di protezione, ventilazione dei locali, ecc.).
- Campagne di sensibilizzazione dei caregiver sui sintomi del covid a lungo termine, al fine di facilitare l’automonitoraggio e l’accesso precoce alle cure.
2. Adattare la fornitura di assistenza alle esigenze dei caregiver affetti da covid di lunga durata
Una delle lezioni chiave dello studio è la mancanza di accesso a cure adeguate per sintomi persistenti. Le autorità francesi farebbero quindi bene a sviluppare un’offerta sanitaria più accessibile e meglio adattata alle specificità dei sintomi covid a lungo termine, in particolare per i disturbi cognitivi e l’affaticamento estremo:
- Creare canali di assistenza dedicati per gli operatori sanitari affetti da covid a lungo termine, facilitando l’accesso alle consultazioni in materia di salute mentale, riabilitazione e disturbi della concentrazione e della memoria.
- Istituire team multidisciplinari (medici di medicina generale, psicologi, terapisti occupazionali, specialisti della riabilitazione) per supportare i caregiver nel loro recupero.
- Sviluppare soluzioni di telemedicina per migliorare l’accesso alle cure, in particolare per gli operatori sanitari nelle zone rurali.
3. Riconoscere il covid a lungo termine come una condizione prioritaria tra i caregiver
I dati del Quebec mostrano che il covid lungo causa a aumento dell’assenteismo e riduzione della capacità lavorativa caregiver, con ricadute sull’intero sistema sanitario. In Francia, dove le tensioni sul personale sanitario sono già elevate, riconoscere il covid a lungo termine come patologia prioritaria per i caregiver consentirebbe di:
- Stabilire un sostegno psicologico e finanziario specifico per gli operatori sanitari colpiti, al fine di ridurre l’impatto del Covid a lungo termine sulla loro vita professionale.
- Garantire una migliore gestione delle assenze dovute a covid di lunga durata, con congedi specifici o adeguamenti lavorativi per gli operatori sanitari in remissione.
- Investire in programmi di reinserimento professionale e riabilitazione per coloro che desiderano rientrare gradualmente al lavoro.
4. Sostenere la ricerca e la valutazione degli impatti del lungo covid
Lo studio del Quebec ne sottolinea l’importanza monitorare gli impatti a lungo termine del lungo covid e raccogliere dati sui caregiver interessati. In Francia, uno sforzo simile consentirebbe di comprendere meglio la prevalenza del Covid-19 e di adeguare le politiche di conseguenza:
- Creare un registro nazionale dei caregiver affetti da covid a lungo termine per monitorare l’evoluzione dei sintomi e dei bisogni assistenziali.
- Finanziare studi di coorte per valutare gli effetti a lungo termine del covid sulla salute fisica e mentale degli operatori sanitari.
- Incoraggiare gli scambi tra ricercatori francesi e internazionali per adottare le migliori pratiche di prevenzione e cura.
5. Sensibilizzare le strutture sanitarie e i policy maker
Lo studio dimostra che il long covid rappresenta un grosso problema per la salute pubblica e per il funzionamento del sistema sanitario. In Francia, sarebbe essenziale aumentare la consapevolezza tra i decisori e i gestori delle strutture sanitarie sugli impatti del lungo covid al fine di:
- Stabilire politiche di supporto e sistemazione per gli operatori sanitari assegnati, compresi aggiustamenti negli orari e nelle responsabilità.
- Coinvolgere i rappresentanti dei caregiver nelle decisioni riguardanti la prevenzione e il trattamento della covid a lungo termine.
- Garantire finanziamenti sostenibili per iniziative volte a prevenire la covid a lungo termine e a migliorare l’assistenza agli operatori sanitari colpiti.
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