Uno studio condotto da KU Leuven e VIB apre la strada a terapie contro la degenerazione neuronale correlata all’Alzheimer prendendo di mira meccanismi specifici.
C belga
Un team della KU Leuven e dell’Istituto fiammingo di biotecnologia (VIB) ha identificato degli inibitori che potrebbero prevenire la perdita di neuroni nei topi affetti da Alzheimer, secondo uno studio pubblicato su Medicina traslazionale scientifica. Queste scoperte potrebbero portare a trattamenti per rallentare o arrestare il danno cerebrale caratteristico di questa malattia neurodegenerativa, che causa dal 60 al 70% dei casi di demenza, colpendo circa 55 milioni di persone in tutto il mondo.
Il ruolo della necroptosi e delle proteine tau nell’Alzheimer
La malattia di Alzheimer si manifesta in particolare con l’accumulo di placche di beta-amiloide e l’agglutinazione delle “proteine tau” nel cervello, interrompendo la comunicazione tra le cellule e portando alla morte neuronale. La ricerca del team, guidato dal professor Bart De Strooper, ha rivelato che la necroptosi – un processo di morte cellulare – si attiva specificamente in presenza di proteine tau nei topi, ma non solo con le placche amiloidi. Questi risultati suggeriscono che inibendo questo processo sarebbe possibile limitare la degenerazione neuronale nei casi di Alzheimer.
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