Ucraina, Afghanistan, Gabon… I rifugiati raccontano il loro percorso di vita nella prefettura di Rodez

Ucraina, Afghanistan, Gabon… I rifugiati raccontano il loro percorso di vita nella prefettura di Rodez
Ucraina, Afghanistan, Gabon… I rifugiati raccontano il loro percorso di vita nella prefettura di Rodez
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Sono sette esempi di “integrazione riuscita” che la prefettura dell’Aveyron ha voluto mettere in evidenza nell’ambito dell’operazione nazionale denominata “Settimana dell’Integrazione”.

Accolte dal prefetto di Rodez, queste sette persone sono beneficiari di protezione internazionale, cioè sono state riconosciute come in pericolo nei paesi di origine. Sono tra i 393 ad aver firmato, nell’Aveyron nel 2023, un contratto d’integrazione repubblicano che formalizza il loro desiderio di restare in Francia. Il filo conduttore di questi scambi era l’urgente necessità, secondo questi rifugiati, di imparare la lingua francese.

“I nervi della guerra”sintetizza il prefetto Carlo Giusti, mentre i profughi prendono la parola a turno per raccontare i loro viaggi. Farman, originario dell’Afghanistan, arrivò nel 2022 e non lo sapeva “non una parola di francese”. È stato inviato nell’Aveyron dopo la sua richiesta di asilo a Parigi e qui ha iniziato a imparare il francese, grazie al Craisaf, il Comitato Rouergat per aiutare l’integrazione attraverso l’apprendimento del francese. Accoglie con favore questo sostegno, come i suoi compagni rifugiati, e ora ha un appartamento in affitto e ha un lavoro. Stessa conclusione per Olga, ucraina arrivata in Francia nel 2022 dopo l’“operazione speciale” condotta dalla Russia nel suo Paese.

“Non ho scelta, devo trovare un lavoro”

Imparare la lingua è fondamentale per la giovane, che ha conseguito un Master in finanza nel suo Paese d’origine. Pamela, gabonese di 40 anni, ha la fortuna di parlare già francese. Prima di arrivare in Aveyron, era direttrice amministrativa e attualmente fatica a trovare lavoro.

Alexei, di origine russa, invece, firmerà presto il suo primo contratto di lavoro, conseguendo una laurea magistrale in ingegneria civile. Tutti sottolineano la difficoltà di vedere riconosciuti i propri titoli di studio in un Paese straniero e lo sottolineano: “Senza la lingua francese l’integrazione è molto complicata”. Lui però, come sottolinea il prefetto, ha a “ottima padronanza della lingua francese”. “Non ho scelta, devo trovare un lavoro”risponde Alessio.

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