All’ospedale di Quimper, una tecnica all’avanguardia per migliorare la cura del cancro

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È uno strumento complesso, ma davvero essenziale. Uno strumento, finora riservato agli ospedali universitari, ma che ha trovato posto all’interno del laboratorio di biologia medica territoriale del polo ospedaliero della Cornouaille, a Quimper. Da quasi due anni i team utilizzano quotidianamente un sequenziatore di nuova generazione. Dietro questo nome, una macchina che riesce a setacciare il DNA estratto dai campioni di sangue dei malati di cancro, al fine di individuare le mutazioni nei geni responsabili della malattia. Da luglio, questa apparecchiatura è stata associata a una TapeStation (soluzione di elettroforesi automatizzata), che consente di verificare la qualità dei campioni di DNA prima del sequenziamento ad alto rendimento.

Possibile una “terapia mirata”.

Questa attrezzatura all’avanguardia presenta numerosi vantaggi. E migliora davvero la cura del paziente. Innanzitutto perché riduce il tempo necessario per ricevere i risultati, poiché i campioni da analizzare non devono più essere inviati a Brest o Rennes.

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Il sequenziatore di nuova generazione è installato da quasi due anni nel laboratorio di biologia medica del centro ospedaliero di Quimper. (Le Télégramme/Sophie Benoit)

“In ematologia, mancavamo uno o addirittura due mesi, rispetto ai 15 giorni attuali”, confermano la dottoressa Aurélie Chauveau, biologa medica in ematologia e responsabile dell’attività di sequenziamento, e la dottoressa Marie-Sarah Fangous, capo del dipartimento di laboratorio. Oltre a ciò, questa tecnologia permette di “specificare la diagnosi e la prognosi” e di attuare “una terapia mirata”, sottolinea il medico biologo.

45.083 euro finanziati dai sostenitori

Per il momento l’attrezzatura Quimper viene utilizzata per le malattie del sangue. Domani le possibilità saranno ancora maggiori; attorno ai campioni di plasma, poi, alle biopsie. La tecnica potrebbe quindi essere estesa ad altri tipi di cancro. L’oncologa, la dottoressa Léa Muzellec, parla di “tumori del polmone”, ma anche di “tumori dell’ovaio, della prostata o alcuni tumori dell’apparato digerente”. Confidare: “Questo è il futuro! Siamo pronti”.

Il messaggio è rivolto direttamente ai donatori presenti sul territorio. Perché questa attrezzatura ha necessariamente un costo. La dottoressa Aurélie Chauveau non lo nasconde. Si parla di “un investimento iniziale di circa 100.000 euro”.

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La TapeStation è operativa dall’estate scorsa. (Le Télégramme/Sophie Benoit)

Quest’anno sono stati necessari 45.083 euro anche per l’acquisto della TapeStation. Una somma, interamente coperta da mecenati e associazioni (Maison Cadiou, ITS Logistics, Rotary Quimper Odet, Entraide cancer, Argol en rose, Raid Finistère sud, Cornouaille Cancer Training and Research Association), attraverso il fondo di dotazione dell’Ospedale universitario di Brest, Innoveo.

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