Lebbra… Sentire questo nome significa fare subito un salto indietro nel tempo e vedere emergere queste “facce rotte” del Medioevo, con il sonaglio per avvertire del passaggio e la botte per fare l’elemosina. La lebbra è una malattia infettiva poco conosciuta, soprattutto perché il suo agente principale, il batterio Mycobacterium leprae, è molto lento a moltiplicarsi. I primi sintomi (danni ai nervi, ulcerazioni, ecc.) compaiono cinque anni dopo la contaminazione e talvolta solo dopo 20 anni. Difficile, a distanza di così tanto tempo, sapere come siamo stati contaminati. Ma un team interdisciplinare anglo-svizzero ha appena fatto una scoperta straordinaria: nell’Inghilterra medievale, gli scoiattoli rossi erano senza dubbio contagiosi. Per stabilirlo, i ricercatori si sono avvalsi di uno scavo effettuato negli anni 2000 a Winchester, nel sud dell’Inghilterra.
Nel XII e XIII secolo la città ospitò pellicciai. È proprio in una fossa piena di escrementi animali, situata vicino a vecchi capannoni per pellicce, che sono stati riesumati i resti dello scoiattolo. Queste minuscole ossa delle mani e dei piedi pesavano non più di 0,02-0,03 grammi; una volta frantumati e analizzati, rivelavano la presenza del DNA di Mycobacterium leprae, prova dell’infezione da parte del batterio.
Essendo Winchester famosa anche per il suo lebbrosario medievale (e il suo cimitero adiacente), un esame genetico simile fu effettuato su scheletri che mostravano innegabili segni di lebbra. (…)
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