Le bottiglie di plastica, ampiamente utilizzate e riutilizzate nelle famiglie marocchine, presentano rischi per la salute perché rilasciano microparticelle tossiche nell’acqua, soprattutto sotto l’effetto del calore. Gli esperti raccomandano di limitarne il riutilizzo e di privilegiare alternative più sicure come il vetro o l’acciaio inossidabile.
Mentre alcuni scartano le bottiglie di plastica dopo il primo utilizzo, altri le riutilizzano riempiendole con acqua del rubinetto o un altro liquido. Altri ancora continuano a berne per giorni.
In base ai risultati di numerosi studi internazionali, sembra che chi adotta queste pratiche non sia consapevole che tali abitudini costituiscono un pericolo per la propria salute. Come confermato dalla Federazione marocchina per i diritti dei consumatori, in reazione alla polemica sull’acqua minerale, quello che definisce “rischio zero” nel consumo di acqua in bottiglie di plastica “non è una garanzia” e che il rischio è ancora presente, perché queste le bottiglie contengono particelle tossiche microscopiche. Ha anche ricordato che il 2022 ha visto una controversia simile con un altro noto marchio.
Un pericolo che minaccia lo stomaco
Mohamed Tahiri, professore universitario specializzato in chimica ed esperto di ingegneria idraulica e ambientale, ha spiegato che gli impianti di trattamento dell’acqua potabile utilizzano tecniche che purificano l’acqua da metalli pesanti, microbi, virus, materiali solidi e insetti microscopici, e che l’acqua è sottoposta quotidianamente a controlli di laboratorio analisi prima di raggiungere il rubinetto.
Il direttore del laboratorio di ricerca scientifica dell’Università Hassan II di Casablanca ha spiegato, nelle sue spiegazioni a SNRTnews, che l’acqua potabile viene disinfettata con candeggina, che garantisce una protezione 24 ore su 24, garantendo così che l’acqua sia protetta dai microbi durante il suo trasporto attraverso il tubi.
Evocando ancora i rischi a cui è esposto il consumatore, Tahiri, che fa parte di un team di esperti che lavora su progetti di trattamento dell’acqua in Marocco, ha sottolineato che l’acqua venduta al consumatore può essere acqua minerale naturale, ma anche semplicemente acqua purificata, per cui vengono aggiunti alcuni sali minerali.
Tahiri ha insistito anche sul fatto che ricerche scientifiche internazionali hanno dimostrato, negli ultimi anni, che la plastica può degradarsi nell’acqua potabile e, ancor più, che questa degradazione può generare sostanze ancora più pericolose se la plastica della bottiglia rimane esposta al calore, ad esempio in un’auto, o se l’acqua viene conservata al suo interno per diversi giorni prima di essere consumata. Sono abitudini adottate da moltissimi cittadini.
Il pericolo sta, come ha spiegato Tahiri, nel fatto che questo degrado non libera microbi viventi, ma sostanze plastiche tossiche. Queste sostanze raggiungono lo stomaco, rimangono nell’intestino o nei folati, oppure passano nel sangue, perché non vengono digerite. Sebbene non si moltiplichino, il loro accumulo può portare al cancro.
Per questo raccomanda ai cittadini di acquistare queste acque solo in base al consumo quotidiano, di non utilizzare più volte le bottiglie e di evitare di riporle in frigorifero per riutilizzarle. Sconsiglia inoltre di riempirli con olio, latte o altri liquidi, come fanno molti.
Particelle tossiche
Da un punto di vista scientifico, le bottiglie di plastica contengono particelle inquinanti o sostanze chimiche che possono penetrare nell’acqua o negli alimenti in esse conservati nel tempo o in determinate condizioni, come l’esposizione alla luce solare.
Le sostanze chimiche inquinanti che possono migrare dalla plastica includono principalmente il BPA (bisfenolo A), una sostanza chimica utilizzata nella produzione di alcuni tipi di plastica come il policarbonato. Il BPA può essere trovato nell’acqua o negli alimenti e può alterare il sistema ormonale umano, essendo riconosciuto come un interferente endocrino.
Possono contenere anche ftalati, composti chimici utilizzati per rendere la plastica più flessibile. Gli studi indicano che questa sostanza può causare problemi di crescita e sviluppo, nonché disturbi ormonali.
Inoltre, alcune bottiglie di plastica contengono sostanze chimiche ritardanti di fiamma talvolta utilizzate nel processo di produzione, nonché tracce di piombo o cadmio. Come ridurre l’inquinamento?
Hassan Belkbir, medico ed esperto in sanità pubblica e valutazione delle politiche sanitarie, ha sottolineato che l’inquinamento dell’acqua può essere biologico, cioè causato da virus, batteri o parassiti, o chimico, attraverso particelle microscopiche provenienti dalla plastica.
Ha spiegato, in un comunicato stampa, che l’inquinamento chimico è causato dalle microparticelle di plastica, che sono presenti nel nostro ambiente e che consumiamo quotidianamente negli alimenti, nelle bevande e nell’aria che respiriamo.
Ha inoltre chiarito che non esistono studi che definiscano con precisione gli effetti collaterali di queste microparticelle sulla salute umana, sottolineando che l’acqua potabile, compresa quella contenuta nelle bottiglie di plastica, è strettamente controllata.
Belkbir concorda che alcune pratiche commerciali, o legate alle abitudini di consumo, possono aumentare la presenza di queste particelle, come l’eccessiva esposizione al calore, il raffreddamento delle bottiglie dopo l’esposizione ad alte temperature, o il trasferimento di acqua da una bottiglia di plastica all’altra per ripetuti utilizzo o quando il commerciante conserva le bottiglie in condizioni inadeguate prima di venderle.
Sottolinea che il problema non riguarda solo l’acqua minerale, ma anche le bibite, e che non esistono studi precisi per determinare i rischi per la salute.
Gli esperti raccomandano di controllare i simboli di riciclaggio sulle bottiglie, evitando la plastica con i simboli PVC e BPA, a favore di quella con il simbolo PET, che è più utilizzata per l’acqua in bottiglia ed è generalmente considerata più sicura per il monouso. Consigliano inoltre di evitare di esporre le bottiglie di plastica al calore, di non riutilizzarle e di optare per bottiglie di acciaio inossidabile o di vetro, che sono materiali sicuri e privi di perdite chimiche, mentre filtrano l’acqua
-
-