La “pedagogia della domanda” e l’attenzione dei discenti [Thèse]

La “pedagogia della domanda” e l’attenzione dei discenti [Thèse]
La “pedagogia della domanda” e l’attenzione dei discenti [Thèse]
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Per imparare bisogna stare attenti! Ma l’attenzione è un’abilità che oggigiorno meno persone coltivano, giovani e meno giovani; ciò è dovuto all’invasione degli schermi nella nostra vita quotidiana. Dagli anni ’90, il problema dell’attenzione è diventato acuto poiché gli studenti hanno difficoltà a concentrarsi.

Domande o inizi di soluzioni, si potrebbe dire, emergono da tutte le parti: la scuola dovrebbe adattarsi a questa nuova situazione trovando strategie partecipative per catturare l’attenzione degli studenti poiché spetta a lei formare i futuri adulti?

La pedagogia mantenuta nel quadro di questa analisi è quella della domanda. Quindi sorgono domande:

  • “In che modo la pedagogia della domanda rientra tra gli interventi educativi strategici per attirare l’attenzione degli studenti?
  • Garantisce l’implementazione del pensiero critico e l’acquisizione di metodi di lavoro per comprendere e apprendere meglio?
  • Per una maggiore efficacia con cosa bisogna abbinare questo metodo? »

1- Su attenzione e apprendimento: esposizione dello stato dell’arte

Dal latino “attendere”, che significa “tendere verso”, l’attenzione ha diversi significati, il più coerente dei quali in questo contesto si riferisce alla concentrazione della propria mente su un oggetto specifico. Ciò significa che non è possibile allineare contemporaneamente la propria curiosità a più poli, come previsto dal modello di Broadbent. Detto così si potrebbe pensare che esista un elemento di misurazione esatta della manifestazione dell’attenzione. Il che non è molto giusto perché diversi parametri rendono impossibile questo sforzo, come la gestione della memoria, la pianificazione, lo stato emotivo e il grado di ansia, tra gli altri.

Se tutti questi indicatori sono fermi, è possibile che lo studente abbia difficoltà di concentrazione o soffra di problemi di attenzione. In entrambi i casi le manifestazioni sono basate su disattenzione, irrequietezza e impulsività, con l’unica differenza che nel secondo caso il disturbo viene diagnosticato da persone competenti. Eppure ogni individuo ha bisogno di questo bene raro per ricordare eventi passati e proiettarsi nel futuro per portare a termine un determinato compito.

Esistono diversi tipi di attenzione, ma nell’ambito dell’insegnamento distinguiamo due categorie:

  • quella selettiva costituita da attenzione diretta e condivisa, e
  • quello intensivo che implica vigilanza e attenzione sostenuta.

La conoscenza di queste categorie di attenzione è un patrimonio che permette all’educatore di sviluppare meglio la sua pedagogia.

In questo processo di gestione dell’attenzione, alcuni sensi sono essenziali. È il caso, ad esempio, dell’udito, da cui emerge l’attenzione uditiva. Questa forma di concentrazione rivela una distinzione tra l’azione dell’udito e dell’ascolto. Il primo è involontario e il secondo, caratterizzato dal desiderio del soggetto di concentrare la propria attenzione su un oggetto specifico ignorando gli altri stimoli circostanti.

La concentrazione è un intero processo suddiviso in quattro fasi:

  • “Stop”: lo studente si ferma per ascoltare le istruzioni;
  • “Guarda”: incoraggia lo studente a guardare dove ha bisogno;
  • “Domanda”: ​​la fase di interiorizzazione del linguaggio;
  • “Decidere”: qui lo studente confronta le informazioni andando avanti e indietro tra l’oggetto della percezione e la rappresentazione mentale.

Il risultato di questa procedura mira a limitare il sovraccarico cognitivo. In altre parole, per raggiungere il massimo grado di concentrazione e portare a termine con successo i compiti, si raccomanda che l’insegnante offra informazioni allo studente, automatizzi l’elaborazione, offra loro compiti brevi tra gli altri.

Indipendentemente dal comportamento che l’educatore dovrà tenere, l’allievo stesso può imparare a controllare la direzione della sua attenzione, grazie al programma di attenzione ATOLE che aiuta il bambino a reagire a distrazioni di questo tipo:

  • “Mi distraggo”
  • “Lo noto” e
  • “Reagisco”.

2- Campionamento e conclusione dello studio

Utilizzando un campione composto da cinque classi, tra cui due classi di 6a elementare e tre classi di 3a elementare del college pubblico Lamartine, di cui 24 e 28 studenti con vari gradi di difficoltà di concentrazione, l’insegnante pone l’accento sull’apprendimento sulle domande durante le attività di classe per mantenere attenzione degli studenti.

Attraverso l’osservazione durante la sessione sperimentale della pedagogia della domanda, i risultati che emergono sono i seguenti:

  • La pedagogia della domanda ha un effetto positivo sugli studenti quando viene utilizzata regolarmente;
  • Contrariamente all’ipotesi proposta, la pedagogia della domanda non promuove lo sviluppo del pensiero critico e l’acquisizione di un metodo di lavoro per apprendere e comprendere meglio. Piuttosto, consente, tra gli altri effetti, una migliore comprensione;
  • Contro ogni aspettativa, l’efficacia di questo metodo non dipende dalla sua combinazione con altri interventi strategici.

Illustrazione: MJSS – Pixabay

Riferimento

Api Migard. Attenzione e apprendimento: pedagogia della domanda e strategie di apprendimento per promuovere l’attenzione degli studenti. Istruzione. 2020. – Tesi magistrale
https://dumas.ccsd.cnrs.fr/dumas-03170873/document


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