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Secondo uno studio della KU Leuven, i tumori e le complicazioni della gravidanza possono essere rilevati attraverso un esame del sangue

In futuro un certo numero di tumori e complicazioni durante la gravidanza potrebbero essere individuati precocemente con un semplice esame del sangue.

L’immagine mostra un medico che preleva dei campioni di sangue durante una visita di una donna incinta dal suo ginecologo, a Mechelen, giovedì 31 gennaio 2019. BELGA FOTO JASPER JACOBS – BELGA


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Di Sudinfo con Belga

Pubblicato il 25/04/2024 alle 16:13

Questo è quanto emerge da un nuovo studio della KU Leuven. L’analisi si basa sul cosiddetto DNA libero da cellule presente nel sangue.

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Oltre al DNA contenuto nel nucleo delle nostre cellule, nel sangue circola anche DNA libero. Questi minuscoli frammenti di DNA contengono informazioni importanti sulla nostra salute, comprese informazioni che i medici possono utilizzare per diagnosticare i pazienti in una fase iniziale, mostra una nuova ricerca del genetista Joris Vermeesch (KU Leuven).

Il signor Vermeesch è stato determinante nello sviluppo e nel lancio del popolare test NIP (test prenatale non invasivo), che le donne incinte possono eseguire per verificare se il loro bambino è a rischio di sindrome di Down o di Edwards. Grazie ad un esame del sangue della madre, viene controllato il numero di cromosomi del feto.

Il nuovo metodo sviluppato dal genetista si basa sulla tecnica del test NIP. “Nel test NIP contiamo il numero di frammenti di DNA”, spiega il professor Vermeesch. “Ora abbiamo iniziato ad analizzare le strutture stesse. Si scopre che possiamo estrarre molte informazioni da piccoli frammenti di DNA libero da cellule.

I ricercatori hanno studiato la degradazione di diversi tessuti corporei in alcune malattie. In questo scenario viene modificata anche la composizione del DNA libero nel sangue. Gli scienziati sono ora in grado di dimostrare questo cambiamento nel caso di alcune complicazioni durante la gravidanza e del cancro al seno e al colon.

Nel frattempo, sono stati avviati anche studi per utilizzare l’analisi dei campioni di sangue per rilevare ancora più malattie. “Crediamo che ciò sarà possibile, anche per le malattie autoimmuni, ad esempio”, continua il genetista. “Il grande vantaggio di questo metodo è che richiede solo un campione di sangue. I pazienti non devono essere sottoposti a campionamento invasivo. Questo studio non significa che il nuovo metodo sia già pronto per l’uso, ma stimiamo che ciò dovrebbe essere possibile entro cinque anni.

Lo studio è pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications.

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