L’intelligenza artificiale al servizio dei pazienti. HA Argiésansun bambino di 4 anni, Côme, ha ricevuto una piccola scatola magica. Una pompa per insulina, che gli permette di regolare la sua diabete come decine di migliaia di altri diabetici come lui. Solo che funziona grazie all’intelligenza artificiale, che registra le reazioni del suo corpo, e migliora ogni giorno il suo programma grazie a queste informazioni. Questa tecnologia, ancora molto raro in Franciacambia la vita quotidiana del ragazzino e dei suoi genitori.
Tutta la sua malattia su uno schermo
Como ha sempre con sé due dispositivi. UN sensoresul braccio, che misura il livello di zucchero. Un piccolo pompasulla cintura, che gli inietta l’insulina. Per un diabetico tipo 1 (il più restrittivo), questa attrezzatura è normale. La novità è che tutto passa attraverso a smartphonenelle mani di suo padre Vincent. “Avere la gestione completa del diabete su un unico schermo significa meno carico mentale”testimonia il papà. “Tutto è gestito interamente dal telefono, quindi non c’è quasi più alcuna manipolazione alla pompa, tutto è gestito dall’intelligenza artificiale”. Sotto la supervisione dei genitori, ovviamente, Vincent essendo lui stesso diabetico, come i suoi due figli.
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Solo la madre, Jéromine, viene risparmiata malattiama ne nota anche l’interesse tecnologia : “ha molta meno iperglicemia, molto meno ipoglicemia [ndlr : l’excès ou le manque de sucre dans l’organisme]e sappiamo che col tempo ce ne saranno sempre meno. Non tutti saranno prevenuti, ma potrà vivere un po’ più normalmente, e noi saremo un po’ meno preoccupati perché sappiamo che l’IA se la cava quotidianamente”.
Conoscenza da acquisire e condividere
Il vantaggio di averne tre diabetici in famiglia, è che il fratello maggiore possa testare il dispositivo che il suo fratellino, Albin, utilizzerà forse in seguito. “Potrà trarne subito beneficio saltando tutte le tappe che abbiamo già vissuto con il nostro primo figlio”dichiara Vincent. In effetti è necessario formazione abbastanza a lungo per utilizzare questo strumento, configurarlo insieme a l’ospedalee riapprovarlo ogni due anni.
Poiché non è sempre facile s’informatore su questi dispositivi la piccola famiglia condivide i suoi quotidianoa volte non al passo con gli standard ospedalieri, sul reti sociali Tik Tok et Instagram. “Molto regolarmente, ogni settimana, riceviamo messaggi da madri o padri che sono in ospedale e che hanno appena scoperto il diabete dei loro figli”dice Vincenzo, “ci dicono “sto guardando la tua pagina, grazie, mi sento meno solo”.”
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