L’ESSENZIALE
- Un nuovo studio fa luce sul motivo per cui le cellule T attaccano le cellule che producono insulina.
- Secondo i ricercatori, le proteine di alcuni batteri infettivi stimolano i linfociti T ad attaccare le cellule che producono insulina.
- In definitiva, questa scoperta potrebbe aiutare a diagnosticare meglio e prevenire lo sviluppo del diabete di tipo 1.
In Francia, l’incidenza del diabete di tipo 1 è di circa 15 casi ogni 100.000 bambini sotto i 15 anni, secondo Istituto nazionale di salute e ricerca medica (Inserm), sapendo che metà dei casi si verifica prima dei 20 anni. L’origine di questa malattia resta da determinare, anche se sono già stati dimostrati legami con fattori genetici e ambientali. Ma un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Rivista di investigazione clinicaevidenzia un’altra origine: le infezioni batteriche.
Alcune proteine batteriche coinvolte
Il diabete di tipo 1 è caratterizzato da alti livelli di glucosio nel sangue, iperglicemia, dovuti a una mancanza di insulina. I pazienti con questa condizione hanno un malfunzionamento delle cellule del sistema immunitario, chiamate linfociti T. Questi attaccano le cellule ß nel pancreas, che vengono gradualmente eliminate e non producono più abbastanza insulina.
Questo nuovo studio esamina un modo in cui le cellule T vanno male. I ricercatori dimostrano che le proteine dei batteri possono innescare questo attacco delle cellule T alle cellule che producono insulina, portando allo sviluppo del diabete di tipo 1.
Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno introdotto proteine batteriche in linee cellulari di donatori sani. Una volta completato il trasferimento, hanno osservato la reazione dei linfociti T. I risultati: le proteine di alcuni batteri infettivi hanno innescato l’attacco delle cellule produttrici di insulina da parte dei linfociti T.
“Un’infezione rara che colpisce una piccola minoranza di persone”
“Abbiamo osservato questo in relazione ad un HLA [human leucocyte antigen qui peut être traduit par antigène leucocytaire humain, ndlr] specifico, [c’est-à-dire à, ndlr] un gene che codifica proteine che aiutano il sistema immunitario a differenziare le nostre cellule dalle cellule invasive, spiega la dottoressa Lucy Jones, che ha preso parte allo studio. L’HLA specifico associato all’infezione batterica che scatena il diabete è presente solo in circa il 3% della popolazione del Regno Unito. Patogeni batterici che possono generare cellule T [qui éliminent les cellules productrices d’insuline, ndlr] sono quindi dovute ad una rara infezione che colpisce una piccola minoranza di persone”.
In definitiva, i ricercatori sperano che la loro ricerca ci aiuti a diagnosticare, prevenire e forse persino curare meglio il diabete di tipo 1.
“Ci auguriamo che comprendere come le cellule T scatenano malattie come il diabete di tipo 1 ci consentirà di diagnosticare e curare la condizione prima che compaiano i sintomi, spiega Garry Dolton, primo autore dello studio. Un trattamento precoce porta a una prognosi migliore perché le cellule ß pancreatiche sane attaccate possono essere protette prima che vengano distrutte.”.
Attualmente non esiste una cura per il diabete di tipo 1.