Doveva essere la terza scelta, con lo status di diamante da lucidare. Alla fine si ritrova quasi 1-bis nella posizione di tallonatore Canottaggio Bayonnais. Lucas Martin (22 anni) arrivato quest’estate dal Provence Rugby, lo sarà titolare questa domenica a Jean-Dauger in occasione del ricevimento di Gloucesterper l’ultima partita del girone della Challenge Cup. Una 14esima partita stagionale, la sesta da titolare, per un ragazzo che approfitta degli alti e bassi di una stagione, tra infortuni e occasioni, per confermare tutte le speranze riposte in lui, e non solo. La Canottieri, infatti, aveva versato una somma di circa 250.000 euro per assicurarsi le prestazioni del giovane giocatore.
Il principale interessato non nasconde la sua soddisfazione per il suo riuscito inserimento nella rosa dell’Aviron Bayonnais. Arrivato dalla Provenza, dove giocava in Pro D2ha rapidamente fatto il punto sulle esigenze del Primi 14. “Sapevo che ci sarebbe voluto del tempo per adattarsi, ma volevo dimostrare di poter esibirmi. Ogni volta che ho tempo per giocare, cerco di dare il massimo”spiega con decisione.
Un degno inizio di stagione elogiato dal suo allenatore
Lui ammette che abbiamo dovuto adattarci al divario, soprattutto sulla scena europea. “Nella prima partita contro gli Scarlets nella Challenge Cup, a dicembre (vinto 17-16), Sentivo che il ritmo era molto più alto, ma era esattamente quello che cercavo. Questo mi motiva ancora di più a progredire”. Questa voglia di fare bene ha conquistato presto i collaboratori, che hanno riposto in lui una fiducia crescente.
Grégory Patat, allenatore dell’Aviron Bayonnais, segue da vicino lo sviluppo del suo giovane tallonatore. “Lucas è un giocatore promettente, ma dovevamo farlo crescere con un minutaggio equilibrato”confida. L’infortunio di Vincent Giudicelli a novembre ha rimescolato le carte, dando a Martin l’opportunità di ampliare la sua esperienza. “Sta guadagnando costanza, soprattutto nei lanci in touche, e sta prendendo fiducia in campo. Aveva altri parametri di riferimento Aixma sta iniziando a trovare posto nel nostro sistema. È molto positivo”.continua il tecnico. Quest’ultimo sottolinea anche il carattere combattivo del giovane giocatore: “Lucas ha sfruttato ogni minuto che gli è stato concesso e lavora dietro le quinte con una regolarità esemplare”.
Un’ambizione misurata e lucida… all’altezza dei Blues?
Nonostante l’arrivo di Torsten Van Jaarsveld (avambraccio rotto a Tbilisi), da jolly di Giudicelli, Patat è riuscito a proteggere i progressi del suo giocatore. “Non volevo che si sentisse in diretta concorrenza con un giocatore esperto. Lucas doveva avere un ruolo chiaro e sapeva come trarne vantaggio. Con Facu (Bosch, NDLR) abbiamo trovato un buon equilibrio in questa posizione. Lucas continua a progredire e a lavorare nell’ombra. È stato in grado di essere all’altezza delle aspettative e questo è ciò che è più incoraggiante”.
Consapevole delle aspettative che gravano su di lui, Lucas Martin affronta il suo futuro con serenità. “Prima di pensare ad altro dobbiamo fare bene qui. Essere titolare nella Top 14 è già un passo importante”ammette. Nonostante le voci insistenti che mandano Camille Chat (esonerato dal Racing e appena rientrato al Lione) la prossima estate all’Aviron Bayonnais, il giovane provenzale resta concentrato. “Si sentono tante cose, ma la cosa più importante è restare concentrati sul campo e sulle mie prestazioni. Voglio aiutare la squadra il più possibile e con il lavoro arriveranno buone prestazioni collettive e individuali”conclude. Abbastanza per incarnare il futuro del rugby di Bayonne, in attesa di un futuro in azzurro?
“Certo, un giorno giocherò Squadra francese è un sogno. Ma avviene per fasi. Devi prima essere un titolare del club, essere bravo e aiutare la squadra a raggiungere i suoi obiettivi. Se questi passaggi verranno completati, il resto arriverà come ricompensa per il lavoro svolto. È un obiettivo a lungo termine. Tengo i piedi per terra”. evoca silenziosamente il giocatore che ha come modelli i nazionali francesi Peato Mauvaka e l’irlandese Dan Sheehan. E perché non quest’estate, durante il tour in Nuova Zelanda, più favorevole a una revisione della squadra, con l’assenza dei primi 14 finalisti.
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