A più riprese, nei dibattiti seguiti ai vari scandali di Mendoza, si è menzionata la responsabilità di Fabien Galthié e dei suoi collaboratori. In molti, infatti, si chiedono se l'allenatore dei Blues e i suoi assistenti non abbiano dovuto stringere la vite da soli avvisando i propri giocatori e regolamentando, o addirittura vietando, le loro uscite?
“Non più responsabile di chiunque altro”
Interrogato da Le Parisien, Florian Grill ha letteralmente e completamente rifiutato questa idea. Il ruolo di un allenatore è controllare tutto ciò che riguarda l'atleta, le partite. Il presidente della FFR capisce anche il fatto che Fabien Galthié abbia descritto Oscar Jégou e Hugo Auradou come “pepite”. Ancora una volta per lui è stata la parola dell'allenatore sui giovani di grande talento.
Il lavoro di Fabien è la sportività. Quando sono arrivato in Argentina a Mendoza all'inizio della vicenda, gli ho detto di chiamare insieme staff e giocatori, che passiamo due ore insieme e poi ognuno ha il suo lavoro. Tocca a lui onorare l'invito di Argentina e Uruguay e giocare a rugby, fare belle partite e tocca a noi pensare al resto.
Il mio ruolo era quello di essere in prima linea (…) abbiamo lavorato per evitare di aggiungere dramma al dramma perché se Auradou e Jegou fossero stati rinchiusi nel carcere di diritto comune di Mendoza, il rischio sarebbe stato enorme per loro. Era una delle prigioni più pericolose del mondo (…) Fabien non è più responsabile di chiunque altro.
Di fronte a questioni del genere, può davvero un allenatore accontentarsi di gestire solo l’atleta? Questo è un argomento che può anche essere aperto al dibattito. Per Florian Grill il dibattito sembra ormai chiuso.
Per riassumere
A più riprese, nei dibattiti seguiti ai vari scandali di Mendoza, si è menzionata la responsabilità di Fabien Galthié e dei suoi collaboratori. Ma per Florian Grill questo dibattito non ha assolutamente ragione di esistere.
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