In esilio in Russia, ma alla fine circondato dalla giustizia? Il deposto presidente siriano, Bashar Al-Assad, è il bersaglio di un nuovo mandato d’arresto per complicità in crimini di guerra, emesso martedì 21 gennaio da due giudici francesi della divisione “crimini contro l’umanità” del tribunale di Parigi. Il 7 giugno 2017, il bombardamento di un’area residenziale civile imputata al regime nella città di Deraa, nel sud-ovest della Siria, ha ucciso Salah Abou Nabout, un cittadino franco-siriano di 59 anni, ex insegnante di francese.
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Sei alti dignitari dell’esercito siriano sono già oggetto di mandati di arresto per complicità in crimini di guerra, nell’ambito di questa indagine giudiziaria, aperta nel 2018, dopo una denuncia presentata da Omar Abou Nabout, figlio della vittima. “Questo caso rappresenta il culmine di una lunga lotta per la giustizia, nella quale io e la mia famiglia abbiamo creduto fin dall’inizio”ha reagito Omar Abou Nabout, che lo spera“Si svolgerà un processo e i colpevoli saranno arrestati e processati, ovunque si trovino”.
La casa di suo padre era stata colpita da barili bomba (una miscela di esplosivi, rottami metallici e carburante mirata a causare il maggior danno umano possibile). La casa ospitava anche una scuola comunitaria destinata a consentire ai bambini di continuare a frequentare le lezioni nonostante la distruzione degli istituti scolastici. Nel giugno 2017, questa campagna di bombardamenti guidata dall’aviazione ha provocato la morte di decine di civili a Deraa, culla della rivolta contro il regime nel 2011, sfuggita al suo controllo.
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Francia
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