Per la nomina si sono riuniti i più brillanti esponenti della tecnologia, compreso Tim Cook, che tuttavia è rimasto in disparte.
È un’immagine rara e ci vuole l’insediamento di un presidente americano per riunire queste piccole persone nello stesso rango. Per Donald Trump, Mark Zuckerberg (Meta) e sua moglie, Jeff Bezos (Amazon) e il suo partner, Sundar Pichai (Google) e infine Elon Musk (X, Tesla, ecc.) si sono riuniti fianco a fianco. Da notare che anche il capo di Apple, Tim Cook, era presente tra il pubblico ma non dietro il presidente Trump.
La foto è tanto più preziosa in quanto i dissensi sono forti, ad esempio tra Mark Zuckerberg ed Elon Musk, che volevano entrambi risolvere le loro divergenze in uno scontro in gabbia, che alla fine è stato abbandonato.
Nelle file di Trump
L’immagine serve anche a ricordare che i giganti della tecnologia hanno finito per avvicinarsi al campo di Trump, preoccupati per le ripercussioni che un’opposizione frontale avrebbe potuto avere. Se Elon Musk è stato un sostenitore ufficiale dopo l’attentato contro Trump, gli altri hanno finito per cambiare con l’avvicinarsi delle elezioni.
Jeff Bezos, capo del Washington Post, ha imposto la neutralità del suo giornale, che fino ad ora era stato fedele ai democratici.
L’inversione di opinione più notevole rimane Mark Zuckerberg, che nelle ultime settimane ha avviato un cambiamento trumpiano sia a livello personale che professionale. Contrariamente ai suoi discorsi abituali, ha chiesto meno moderazione su queste reti e più “energia maschile” nella società americana.
Quanto al capo di Google, Sundar Pichai, conosceva l’odio di Trump per la sua azienda, che voleva anche smantellare.
I capi della tecnologia stanno quindi probabilmente evitando una dura lotta contro l’amministrazione americana. Valeva una foto storica.
Tommaso Leroy Giornalista BFM Business
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