l’essenziale
L’Europa guarda con sospetto all’insediamento di Donald Trump il 20 gennaio. Il ritorno del miliardario alla Casa Bianca pone gravi minacce per il Vecchio Continente, sia sul piano commerciale che sugli aspetti militari, politici e anche digitali.
È una data segnata con una croce rossa sui calendari. Questo 20 gennaio l’Europa sta osservando – preoccupata – la tempesta Trump che si sta diffondendo dall’altra parte dell’Atlantico. Economia, politica, digitale, difesa, energia… La seconda presidenza di Donald Trump avrà un impatto significativo anche sull’Europa.
Dazi doganali: l’“accordo” di Trump?
Negli ultimi mesi, nel suo costume da candidato, Donald Trump ha sostenuto il conflitto commerciale. Il miliardario minaccia così di aumentare i dazi doganali del 10% per tutte le aziende straniere che esportano la loro produzione negli Stati Uniti. Diversi settori francesi come “gli alcolici, l’agroalimentare e i prodotti farmaceutici potrebbero essere colpiti da una simile misura”, commenta Lionel Fontagné, professore all’Università Paris-1 e direttore dell’Istituto di politiche macroeconomiche e internazionali (i-MIP).
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Agitando il bastone doganale, Donald Trump vuole davvero incoraggiare gli europei a non acquistare più gas e petrolio russi, a favore delle risorse di carbonio americane. Ricordiamo che il 45% del gas naturale importato in Europa nella prima metà del 2024 proveniva già dagli Stati Uniti secondo Eurostat. L’economista intervistato da La spedizioneritiene che questo sia l’“accordo” previsto dal magnate americano. Ma l’obiettivo, al di là delle esportazioni di idrocarburi, è un “ritorno al protezionismo per invertire la dinamica della deindustrializzazione americana”, continua Lionel Fontagné.
Digitale: battaglia sulle reti?
L’amministrazione Trump è particolarmente critica nei confronti delle normative europee sulla disinformazione. Si rivolge in particolare al Digital Service Act (DSA) che regola l’attività delle piattaforme digitali in Europa. Bruxelles conduce l’inchiesta contro Elon Musk, accusato di aver diffuso informazioni false sul suo social network X. Il braccio destro del presidente americano rischia una grossa multa.
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Anche lui, come Mark Zuckerberg, il suo omologo di Meta che fa gli occhi su Donald Trump, cerca di avere la pelle dei DSA. Se ci riuscissero, i social network, già presi di mira per la loro mancanza di moderazione in Europa, potrebbero diventare ancora più sfrenati.
Lo spettro dell’ingerenza politica?
La versione 2025 di Trump, da un punto di vista europeo, è “divide et impera migliore”, secondo Romuald Sciora, ricercatore presso l’Istituto di relazioni internazionali e strategiche (IRIS). Elon Musk l’ha attuata a dicembre, sostenendo inequivocabilmente l’estrema destra tedesca, in vista delle elezioni federali del 23 febbraio.
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“L’obiettivo è destabilizzare le potenze europee e incoraggiare il più possibile i movimenti nazionalisti che vorrebbero allinearsi alle politiche di Donald Trump”, analizza lo specialista in relazioni internazionali. Durante il secondo mandato di Trump, la Francia non prenderà scorciatoie: “Dovremo aspettarci un tentativo di ingerenza americana durante le elezioni presidenziali del 2027”, prevede Romuald Sciora.
Un graduale disimpegno militare in Europa?
Il nuovo presidente americano brandisce la minaccia di un massiccio disimpegno degli Stati Uniti dall’Europa. Da lì all’uscita dall’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO)? No, probabilmente no.
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Ma Donald Trump sottolinea da tempo che non verrà in aiuto degli alleati che non contribuiscono abbastanza al finanziamento dell’organizzazione. L’uomo d’affari è stato particolarmente critico nei confronti di paesi come Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia e Croazia, che dedicano meno dell’1% del loro PIL al finanziamento della NATO.
Il futuro dell’Ucraina nelle mani di Trump?
Con il ritorno del miliardario alla Casa Bianca, le aspettative sulla questione ucraina sono alte. Anche le paure. Quelli che vedono il destino dell’Ucraina sfuggire al controllo degli europei. Nonostante i desideri di Volodymyr Zelenskyj, il futuro di Kiev potrebbe essere deciso… senza Kiev.
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Gli ultimi commenti di Donald Trump sul tema di un possibile accordo di pace puntano quindi verso possibili concessioni territoriali a vantaggio della Russia. Non proprio quello che Volodymyr Zelenskyj e i suoi alleati europei come Polonia e Romania si aspettavano. Questi ultimi potrebbero infatti ritrovarsi con un vicino russo minaccioso e rinforzato.
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