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Il recupero con i rossoblù resta un tabù

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Due indizi lo dimostrano. Il Bologna si conferma un avversario maledettamente complicato per l’Inter di Simone Inzaghi. Tra i nerazzurri e la corsa allo scudetto ci sono ancora i rossoblù: a San Siro finisce 2-2 una partita giocata meglio dagli italiani, che sbloccano il risultato con il “piccolo Lautaro” Castro, e vengono rimessi in sesto dai centrali del Dumfries e l’originale Lautaro (che si è sbloccato dopo quasi due mesi e mezzo di digiuno casalingo) e lo ha ripreso con il gol di Holm nella ripresa. Lo stato d’animo dei nerazzurri si legge nei gesti e nelle espressioni del viso di Inzaghi, particolarmente agitato dall’inizio alla fine, nella prestazione ancora poco brillante di Asllani e nell’ininfluente ingresso in gara dello scontento Frattesi. No, il tabù della ripresa contro il Bologna non è superato neanche oggi.

nel silenzio

Il clima di San Siro è surreale. Non certo per il gelo, ma per lo sciopero alla Curva Nord: niente striscioni, niente bandiere, zero cori. Un silenzio di protesta per la politica del club in merito alla vendita dei biglietti per le trasferte. Senza il cuore dei propri tifosi, l’Inter sembra perduta e il Bologna si prende la scena. Prima Sommer – non perfetto – si salva con l’aiuto del palo su un tiro da fuori di Moro, poi è ancora il centrocampista croato a propiziare il vantaggio rossoblù che arriva al quarto d’ora, al termine di un’azione che è la fotocopia della prima occasione: altro tentativo dal limite che questa volta subisce fallo da “Lautarito” Castro. Il piccolo Toro, nella lista dei desideri di Marotta e soci, mette il piede, commette fallo in porta e conferma la buona opinione che ha di lui la dirigenza nerazzurra. Il vantaggio del Bologna, però, è un’illusione. Passano pochi minuti e la difesa nerazzurra torna protagonista. Il pareggio dell’Inter è un lampo già visto non più tardi di domenica scorsa a Venezia, con la ribattuta del tap-in questa volta arrivata dal Dumfries: Bastoni recupera alto su Odgaard e lancia Thuram che di tacco per Dimarco. Forte mancino, Skorupski salva ma lascia lì e l’olandese trova il 4° centro stagionale che corrisponde al 14° di un difensore nerazzurro, più di ogni altra squadra in Europa. L’Inter cresce e va vicina al risanamento immediato con Dumfries, Dimarco e Lautaro. Ma il momento del Toro arriva quasi allo scadere del tempo, dopo un intervento decisivo di Sommer su Odgaard. Zielinski dipinge un colpo meraviglioso per Dimarco che mette in mezzo il Toro che graffia e spezza un digiuno casalingo lungo quasi due mesi e mezzo (ultimo centro a San Siro il 3 novembre contro il Venezia).

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Ripresa rossoblù

La sensazione fin dai primi minuti è che il closing a tutto campo ideato da Vincenzo Italiano prima o poi ripagherà, nonostante il corner dell’Inter sia tornato a farsi sentire dopo 45′ di silenzio. Il protagonista dalla doppia faccia è ancora Dimarco: prima sfiora il 3-1 su punizione, poi sbaglia un cross che finisce senza particolari esigenze sui piedi di Orsolini, che vede il tiro di Holm e lo premia. Tiro forte, doppia deviazione di Bastoni e Darmian e 2-2. Inzaghi prova a cambiare ma il gancio del Bologna colpisce forte. Entra il Frattesi scontento, esce un Asllani, ancora non in serata. Continuare a costruire meglio la squadra italiana. Solo Taremi sfiora il gol e il cronometro diventa nemico dell’Inter. Che costruisce in modo confuso come sono confuse le sostituzioni del suo allenatore e alla fine, forse, ha anche poco da lamentarsi. L’occasione è sprecata, il Napoli di Conte sorride e adesso, con una partita in più, è a 3 punti di vantaggio dai nerazzurri. Al prossimo recupero contro la Fiorentina, però, Inzaghi non potrà sbagliare.

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