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gol a Diao, Theo Hernandez, Leao

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Quanto è strana questa Milano. Gioca pigro per un’ora, gioca male o molto male, poi segna un gol e cambia. Non diventa il Brasile del ’70, ma mette voglia, comincia ad arrivare primo sulla palla e attiva i suoi campioni: Theo con un pizzico di fortuna fa 1-1, cinque minuti dopo Leao segna il 2-1 , poi sofferenza e parata salva-martedì di Maignan. Finisce 2-1 con qualche segnale confortante – bravo Leao, bravo Jimenez dalla panchina – e vecchi problemi. Uno su tutti: Contro la Juve non ci saranno Morata, squalificato, e Pulisic, infortunato. “Così è fatto questo guazzabuglio del cuore umano”, diceva Manzoni, che qui sul lago è di casa. Il Milan è uguale: nel suo cuore c’è tutto e ogni volta non sai quale squadra troverai. La classifica però si aggiorna come piace a Conceiçao: scavalca il Bologna e arriva a -1 dalla Fiorentina, a -2 dalla Juve quinta che potrebbe valere la Champions. Il Como, invece, resta a +1 sulla salvezza ma torna a casa fiducioso: se così fosse, non retrocede.

ho gol

Subito i gol. Il vantaggio del Como arriva dopo un’ora di gioco ed è un grande classico: occasione sprecata qua, gol là. Reijnders con una bella giocata libera in area di Jimenez, che però arriva sulla palla e, al posto del gol, trova Dossena. Il Milan si scopre, riparte il Como e Caqueret ritrova Diao, da neo acquisto a neo acquisto. Theo Hernandez arretra incredibilmente e lascia spazio finché Diao non rientra e trova l’angolo con il sinistro. Il pareggio arriva invece da un gol dalla sinistra battuto da Reijnders e rimesso in mezzo da Gabbia. La palla arriva a Theo che in area, con il sinistro, cerca il palo lungo: lo prende male ed è fortuna del Milan perché la palla supera Butez per l’1-1. Cinque minuti ed è 2-1. Il Milan costruisce dal profondo, Cutrone sbaglia la pressione e Abraham ha tempo per giocare in verticale. Molto bello. Leao legge tutto, brucia Dossena in tempo per evitare il fuorigioco e, davanti a Butez, sceglie la posata giusta: cucchiaio per il 2-1.

la partita

Il Como è stato protagonista, non spettatori: per 60 minuti ha giocato meglio, è stato più bravo in campo, soprattutto aveva più energie. Ergo arriva primo sull’80% dei palloni (e scusate se è poco). Strefezza gioca in posizione ibrida da trequartista, Assane Diao largo a destra dà fastidio e Da Cunha fa una bella figura da trequartista centrale. I primi 20 minuti sono equilibrati a livello di occasioni: un tiro di Fofana qua, uno di Strefezza là. Centrale. Poi il treno passa per il Milan: Leao in contropiede ci mette l’impegno fisico mentre invocano i detrattori e mette in porta Reijnders, che però sembra perduto senza Fonseca: destro centrale, su Butez, poi il Como cresce, i suoi tifosi alzano cori non proprio fa rima trap – “forza Como, gonfia la rete”, dal gusto retrò – e la squadra quasi lo accontenta. Theo al 35′ anticipa Diao di un soffio e un minuto dopo Strefezza ha il pallone della serata: Fofana gioca un pallone pigro, Kempf anticipa, Da Cunha salta Bennacer e mette Strefezza davanti a Maignan. Il tiro di destro, a metà tra un tiro e un passaggio per Cutrone, fa cadere nello sgomento tutto il Como.

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theo-leao: la svolta

Conceiçao torna con il passo di chi è furioso e del resto in quattro partite il suo Milan non ha mai segnato nel primo tempo. Nello spogliatoio conta i danni. Morata, ammonito da un’ammonizione, è stato ammonito (decisione discutibile) per un fallo su Assane Diao, stessa sorte è toccata a Bennacer e Thiaw. Pulisic, infortunato, necessita di essere sostituito – internamente – e sembra che potrà farlo per qualche settimana. A quel punto si decide per la tripla sostituzione: Jimenez, Musah e Abraham per Bennacer, Pulisic e Morata. Il Milan cambia meno, spreca un’occasione con Jimenez dopo un contropiede di Leao, e subisce gol al 15′. Solo a quel punto arriva la reazione, un po’ rabbiosa, qualcosa di casuale ma concreto come piace a Conceiçao. Theo segna al 26′, poi entra Camarda e Leao segna al 31′. Partita ribaltata. Il Como finisce così in vantaggio, Dossena per poco non ci prova con un’improbabile rovesciata, poi Fabregas affronta Gabrielloni ma è Cutrone ad avvicinarsi, vicinissimo al pareggio. Mancano meno di 5 minuti alla fine quando il capitano del Como devia in area il cross basso di Kempf. Complimenti a lui, ancor di più a Maignan per la parata che salva il Milan e chiude virtualmente la partita, salvo un cross che attraversa l’area, non raggiunto da Belotti. Morale paradossale: il Como si è impegnato di più, il Milan ha vinto con il cuore. La Serie A a volte è strana.

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