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Juventus a Bergamo: sfida ad alto rischio

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Contro l’Atalanta una partita proibitiva e complicata ma la Juve ha l’assoluto bisogno di dare segnali forti e molto concreti

Purtroppo la svolta totale che tutti i tifosi bianconeri auspicano tarda ad arrivare. Thiago Mottadurante interviste e convegni, cerca di restare calmo, freddo, algido, ma anche lui vede, percepisce e sente i risultati del campo: le cose che chiede ai suoi figli non funzionanoe non funzionano a tutti i livelli. IL Signore può provare a mettere in mostra tutta la serenità del mondo ma l’equilibrio della propria Juve è ben al di sotto delle aspettative, a guardare gli scarsi numeri di classifiche e statistiche il quadro dipinge scenari impietosi. Se poi scendiamo nel campo dell’analisi della performance, anche lì entriamo nella città dolorosa che ha ben pochi alibi e giustificazioni. Là Juve che entra in campo ogni volta è una squadra indecifrabile nella migliore delle ipotesiogni tifoso non sa mai cosa aspettarsi dai propri giocatori e diventa impossibile prevedere atteggiamenti, reazioni, effetti e reali capacità nel cercare di raggiungere il premio completo: il famosissimo un risultato che nel calcio conta per il 138%.al netto di tutte le chiacchiere e giustificazioni. Ciò che è seriamente preoccupante è questo raggiunto la metà della stagione, Madama non ha ancora un’identità precisachiaro, e soprattutto la squadra bianconera appare priva di un principio guida da mostrare nei vari momenti della partita. Diciamo che le prestazioni del Vecchia Signorache ad inizio stagione sembravano aver preso la direzione giusta, risultano altalenanti e molto simili partita dopo partita, con peculiarità comuni e un punteggio che difficilmente cambia, purtroppo quasi mai con significati positivi.

La squadra guidata da Signor Thiago è una squadra che giocare in modo scolastico, senza coraggio, senza cervello, grinta e determinazionein breve, questo non può essere la JuveenNon deve essere la Juventus. L’allenatore italo-brasiliano era chiamato a trasformare il percorso e cambiare la mentalità, ma ad oggi di tutto questo si vede ben poco; e anche la brillantezza nella costruzione e nel possesso palla, che il Signore vorrebbe essere dominante, carente e non poco. Per vincere le partite non basta tenere la palla, ma bisogna saper costruire trame astute, attaccare con entusiasmo, irruenza, mettendoci tanto coraggio, cosa che non sembra appartenere a questo Juve: il fattore tecnico, poi, dovrebbe essere predominante, ma quasi mai sentito riesce a scaricare tutto questo sul prato verde. L’esempio del derby di Torino ne è stata l’ennesima chiara dimostrazione. Là Goeba passa in vantaggio, poi il contatore del circuito elettrico si spegne ei bianconeri smettono di essere propositivi, si abbassano eccessivamente e segnano il pareggio. Il che, ahimè, è ben noto in questa stagione priva di soddisfazioni, almeno fino ad ora. Là Juve se attaccato soffre, fatica ad uscire pulito da dietro, perdendo lucidità, tanto meno diventa capace di gestire le situazioni nei vari momenti della partita; A poco serve il lockout finale, ormai anche capitolo fisso di una sceneggiatura che, troppo spesso, riserva ben poche soddisfazioni. Un glossario di difetti e gestioni scellerate che raramente mostrano grinta, determinazione e gambe fluide, solo tanta confusione e pareggi che distanziano il Vecchia Signora dagli obiettivi stagionali; in questo modo entrare nei primi quattro roster del campionato sarà davvero difficile. Ma in questo gennaio quello che ci dirà molto, il Juve non può più permettersi di venire a mancare ai suoi impegni: la partita, iniziata stasera a Bergamo, si preannuncia come una sfida altamente rischiosa con un coefficiente di difficoltà molto alto.

L’Atalanta sta compiendo un percorso di alto livello, supportato da prestazioni intense, veloci, incisive, di altissimo profilo calcistico, Juve da parte sua, esattamente il contrario. In casa Juve Tiago rifiuta l’etichetta di crisi, ma tra le tesi addotte e le prove addotte non siamo lontani dall’etichetta appiccicata dai media. La partita di stasera è tanto importante quanto temuta dai tifosi delle zebre, con a Juve ancora una volta in piena emergenza, visto che mancherà il terminale d’attacco Vlahovic e lo scattante Conceiçaol’unico uomo sulla fascia capace di sconvolgere e irretire le difese avversarie con il dribbling. Due assenze pesantissime, visto che anche i freddi calcoli ce lo dicono sentitosenza il suo centravanti, non solo appare ottuso ma cronicamente anemico sotto porta; Insomma, la partita di stasera mette in mostra un menù di presentazione tutt’altro che positivo per i colori della squadra Vecchia Signora. La speranza è sempre l’ultima a morire, ma a Bergamo sarebbe molto opportuno ripartire da un briciolo di leadership in campo e da un carattere di ferro che sappia superare i difetti ben noti: in una partita come questa bisogna avere determinazione, corsa e bava alla bocca, da lì non c’è scampo. In Casa Juve c’è assoluta necessità di una reazione impetuosaE segno di vita fortealtrimenti ci sarebbero guai molto seri, a partire dal presupposto molto chiaro che, come visto finora, non può e non deve essere la Juventus che i fan aspettano con ansia. Le parole, le scuse, gli alibi sono zero, servono fatti concreti, da questa sera.

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