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“La paura della mia vita”, “una liberazione”, “pensavo che per me fosse finita”, raccontata da Capo Horn ai velisti del Vendée Globe

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Yoann Richomme e Charlie Dalin sono stati i primi, martedì, a superare questo traguardo leggendario dove le condizioni incontrate sono a volte dantesche. Ricordi di navigatori che osarono sfidare la fine del mondo meridionale.

Una quindicina di nodi di vento, mare abbastanza calmo, orizzonte limpido. Yoann Richomme (Paprec Arkéa) ha superato martedì alle 00:27 (ora francese) il leggendario Capo Horn, qualche minuto prima di Charlie Dalin (Macif), in condizioni ideali dopo 43 giorni 11 ore 25 minuti di navigazione. Circostanze inaspettate per osservare questo leggendario scoglio che non sempre è stato così gentile con chi aveva deciso di solleticare i suoi piedi in barca. “Se vuoi vivere fino a diventare vecchio, non doppiare Capo Horn.” dice un vecchio detto inglese a proposito della punta più meridionale del mondo, oltre la quale, come ricorda l'eccellente opera A History of Cape Horn (Patrick Benoiton, edizioni Glénat), vengono trasportati 150 milioni di metri cubi d'acqua al secondo (150 volte la portata di tutti i fiumi del mondo!). Una massa d'acqua salata pronta a scatenarsi con venti che talvolta superano i 250 km/h. Un inferno marittimo che avrebbe, dal momento che…

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