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Ai nostri lettori

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Un testo da Figaropubblicato martedì 17 dicembre, ha creato confusione tra un certo numero di nostri lettori, riportando elementi inesatti o troncati, tentando di alimentare la tesi di uno sviluppo recente, e fazioso, ostile a Israele, della nostra copertura del conflitto israelo-palestinese . Lo contestiamo.

Senza ritornare su tutti i punti sollevati in questo testo, che non affronta mai la sostanza dei numerosissimi articoli dedicati a questa guerra, vorremmo chiarirne uno che mette in luce l'intimità del nostro luogo di lavoro: quello che viene descritto come un “mora di Gaza” al centro della nostra redazione non c'è in alcun modo un lavoro collettivo di giornalisti provenienti da Mondo. Queste immagini sono esposte vicino all'ufficio di un dipendente che non è giornalista. Questo impegno individuale non è in alcun modo quello del dipartimento in cui si trovano queste immagini, né ovviamente dell'intera redazione.

L'esistenza di queste immagini era sconosciuta alla stragrande maggioranza dei membri della nostra casa e non era mai stata segnalata alle varie gerarchie. Comprendiamo che alcuni di essi potrebbero essere stati scioccanti, sono stati rimossi. Ci rammarichiamo che non si sia potuta svolgere una discussione interna, di semplice soluzione, su di essi e che siano serviti ad alimentare un processo di intenti particolarmente ostili nei nostri confronti, alimentando una campagna di denigrazione la cui virulenza è raddoppiata dopo i massacri commessi durante il periodo terroristico di Hamas. attacco del 7 ottobre 2023 e la guerra che ne è seguita nella Striscia di Gaza.

A differenza di chi ci caricatura in questo modo, Il mondo ha la possibilità di essere una comunità umana variegata, dove ognuno può esprimere la propria opinione, e i propri sentimenti, sul conflitto più straziante del momento, quello tra israeliani e palestinesi. In questo modo il nostro giornale assomiglia alla società e ai nostri lettori, e questo è un bene. Sicuramente dobbiamo, dentro casa nostra, fare progressi nel modo in cui possiamo discutere di questa spirale atroce, che tocca profondamente molti di noi, così come molti dei nostri lettori.

Ma una cosa è certa: ci assicuriamo scrupolosamente che la nostra pratica professionale, sulla copertura di questo conflitto come su qualsiasi altro argomento, non si discosti dai principi di indipendenza giornalistica che hanno governato la fondazione del nostro giornale. di Hubert Beuve-Méry, appena ottant'anni fa. Questo lavoro si basa, nel dipartimento Internazionale, su una rete di corrispondenti, unica nel suo genere nella stampa francofona, su corrispondenti speciali e sui nostri specialisti di ogni regione del mondo, riletti a Parigi dai capi del dipartimento , in collaborazione con la direzione editoriale. Questa modalità di funzionamento collegiale, basata sulle competenze sul campo, ci consente di tutelare il più possibile la nostra produzione editoriale da possibili pregiudizi.

Per quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese, Il mondo si sforza, da decenni, e in particolare dal 7 ottobre 2023, per verificare, descrivere e qualificare, senza pregiudizi, la violenza subita e commessa da ciascun campo.

Da un anno questo giornalismo sul campo è reso particolarmente difficile dal divieto imposto alla stampa dalle autorità Israeliani, per accedere alla Striscia di Gaza. Nonostante queste difficoltà, abbiamo continuato a descrivere la distruzione dell’enclave palestinese e di gran parte della sua popolazione a causa dei bombardamenti dell’esercito israeliano, con lo stesso scrupolo che avevamo implementato per documentare le atrocità commesse durante l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023.

È senza dubbio questa ostinazione nel fare il nostro lavoro, nel descrivere ciò da cui molti vorrebbero distogliere lo sguardo, che ci ha procurato per mesi attacchi virulenti, mirati in particolare a uno dei vicedirettori del Dipartimento Internazionale, Benjamin Barthe, la cui competenza in materia Il Medio Oriente è stato riconosciuto da un premio Albert Londres nel 2008, e a chi ribadiamo il nostro sostegno. Una recente recensione del ns Il comitato per l'etica e la condotta professionale, un organismo indipendente che pochi media hanno ancora istituito, ha respinto nei suoi confronti le accuse di conflitto di interessi che regolarmente lo colpiscono.

Questo campo, il giornalismo investigativo ed esperto, non è solo una pratica professionale. È intriso di impegni e valori che difendiamo sin dalla creazione del nostro titolo nel 1944. Per quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese, per il quale siamo stati attaccati per tanti anni, abbiamo riassunto i due principi che ci guidano, in un editoriale pubblicato il 7 ottobre 2023: “L’incrollabile difesa dell’esistenza di Israele, radicata nella consapevolezza della Shoah e nel deciso rifiuto dell’antisemitismo, terreno fertile su cui prosperano tutte le forme di razzismo e di esclusione. La difesa dei legittimi diritti dei palestinesi all'autodeterminazione che li porterebbe ad avere un proprio Stato. Siamo convinti che questi due principi non si annientano a vicenda, ma, al contrario, che il loro reciproco riconoscimento costituisce l'unica soluzione possibile alla crisi senza fine che scuote i due popoli. »

Manterremo questi impegni, nonostante tutta la malafede attualmente nei nostri confronti, per restare degni della fedele attenzione dei nostri lettori, che desideriamo ringraziare.

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