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COLLOQUIO. Stade Toulousain: “So benissimo che raramente segnerò su una svolta…” Benjamin Bertrand riassume il suo ottimo ingresso contro il Lione

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l'essenziale
Dopo aver segnato l'ora contro Lou domenica 22 dicembre, il giovane pilastro Benjamin Bertrand (21 anni) è esploso ieri alla ribalta, così come gli altri due della prima fila del centro d'allenamento entrati al suo fianco, Thomas Lacombre e Malachi Hawkes. Intervista bollente dopo il pareggio dello Stadistes (17-17).

Qual è la tua sensazione dopo questo sorteggio, che è stato un po' frustrante per tutti?

Personalmente sono abbastanza soddisfatto di quello che ho fatto. Ma ovviamente lascia un assaggio di lavoro in sospeso, soprattutto perché concludiamo con una nota anticipata. E' un vero peccato perché per noi eravamo in un momento un po' positivo… Lascia davvero questo sapore di lavoro in sospeso perché stiamo lasciando anche tanti punti per strada… Riusciamo a creare occasioni e non le facciamo. t finire.

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Sei rientrato durante la partita, quali sono state le indicazioni dello staff?

Le istruzioni erano soprattutto di portare energia perché sapevamo che con quella avremmo avuto più possibilità di andare avanti, muovendole di più aggiungendo velocità e circolazione della palla. L'istruzione principale era soprattutto muoversi.

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Ti abbiamo visto portare molto la palla, cercando di rompere le linee con la palla in mano… È questo lo stile di Benjamin Bertrand?

(Ride) Non so se è la zampa di Benjamin Bertrand, è soprattutto la palla bagnata. Conosco le mie capacità e riesco a rimanere lucido su quando effettuare un passaggio e quando non farlo. Le volte in cui ho marcato mi sono detto che non dovevo farlo perché probabilmente sarebbe finita con la palla a terra (ride).

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Quando interrompi il primo placcaggio, ci credi mai e immagini di arrivare alla fine?

Io ci credo ancora, bisogna crederci sempre, altrimenti fai le cose a malincuore e sbagli. Ma nel profondo, so che, lontano dalla linea, raramente segnerò su uno sfondamento di 50 yard (sorriso).

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Venendo al Lione, una squadra che gioca per la sopravvivenza… Consideravi questa partita una trappola?

Sì, è così, soprattutto perché siamo in un ciclo in cui sono passati sei anni dall'ultima volta che abbiamo vinto qui. E sappiamo che, quando le squadre ospitano il Tolosa, per loro la partita è sempre diversa. E il Lione infatti attraversava un periodo difficile e questa partita poteva permettergli di rimettersi in carreggiata. È stata una partita trappola, se così si può dire.

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