La Danimarca ha rifiutato la richiesta del Giappone di estradare l’attivista anti-caccia alle balene Paul Watson per accuse penali derivanti da un incidente del 2010 nell’Oceano Antartico, ha confermato un avvocato che rappresenta Watson
Paul Watson, il 74enne fondatore del gruppo ambientalista Sea Shepherd e della Captain Paul Watson Foundation, è stato arrestato a luglio quando la sua nave ha attraccato a Nuuk, in Groenlandia, un territorio autonomo danese, per fare rifornimento.
L’attivista, noto per la sua decennale campagna contro la caccia alle balene, era stato preso di mira dal Giappone con un mandato di arresto internazionale per accuse di ostruzione agli affari, danni alla proprietà e ferimento di un membro dell’equipaggio durante uno scontro con una nave baleniera giapponese.
Martedì (17 dicembre), il Ministero della Giustizia danese si è pronunciato contro l’estradizione di Watson, citando il tempo trascorso dal presunto incidente e le preoccupazioni sulla natura delle accuse.
“Il Ministero della Giustizia, sulla base di una valutazione complessiva del caso, ha ritenuto che la richiesta di estradizione non dovrebbe essere accolta”, si legge nella dichiarazione del Ministero. Secondo i documenti visionati dall’AFP, la Danimarca ha tenuto conto del prolungato periodo trascorso dall’arresto di Watson e dei tempi previsti per l’esecuzione dell’estradizione.
Le accuse risalgono al febbraio 2010, quando gli attivisti di Watson e Sea Shepherd si scontrarono con la Shonan Maru 2, una nave baleniera giapponese, nell’Oceano Antartico. Tokyo ha accusato Watson di aver lanciato una bomba puzzolente che ha ferito un membro dell’equipaggio e ha ostacolato le operazioni della nave.
Watson ha costantemente negato queste accuse. I suoi avvocati sostengono che le prove video dimostrano che il membro dell’equipaggio non era sul ponte al momento dell’incidente.
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La campagna per il rilascio ottiene supporto globale
L’arresto di Watson in Groenlandia ha innescato un’ondata di sostegno da parte di attivisti ambientali, politici e celebrità. Il presidente francese Emmanuel Macron, l’attore irlandese Pierce Brosnan e l’attrice diventata attivista Brigitte Bardot hanno tutti prestato la loro voce per chiedere il suo rilascio. Anche la famosa ambientalista Jane Goodall ha esortato Macron a concedere asilo politico a Watson.
In un post sulla piattaforma di social media X, Sea Shepherd France ha celebrato la decisione, scrivendo: “Paolo è libero!!!”
L’avvocato di Watson, Francois Zimeray, ha accusato il Giappone di perseguire l’attivista per soffocare l’opposizione alle sue attività di caccia alle balene. “Il Giappone ha cercato di mettere a tacere un uomo il cui unico crimine è stato quello di denunciare l’illegalità del massacro industriale mascherato da ricerca scientifica”, ha detto Zimeray all’AFP. Ha aggiunto che Watson “potrà ora riprendere la sua lotta per il rispetto della natura”.
Una battaglia legale lunga dieci anni
Gli scontri di Watson con le autorità durante il suo attivismo durano anni. Il mandato del Giappone fa parte di un più ampio sforzo legale e diplomatico per sopprimere le azioni di Sea Shepherd contro la sua flotta baleniera. Il gruppo, fondato nel 1977, è noto per le sue tattiche di azione diretta volte a interrompere le attività di caccia alle balene e di pesca illegale.
In questo caso, Watson stava andando a intercettare una nuova nave officina baleniera giapponese nel Pacifico settentrionale quando la sua nave si fermò a Nuuk per fare rifornimento. La sua detenzione ha attirato immediatamente l’attenzione internazionale, poiché i sostenitori sostenevano che il sistema giudiziario giapponese non poteva garantirgli un giusto processo.
La Francia, dove Watson risiede dal 2023, avrebbe discusso il caso dell’attivista a livello ministeriale, riflettendo la natura di alto profilo delle sue battaglie legali. La decisione della Danimarca è vista come una vittoria significativa per Watson e gli attivisti ambientali.
Respinta la richiesta di estradizione, Watson resta libero di continuare la sua missione. Per i suoi sostenitori, la sentenza segna una vittoria non solo per l’attivista, ma per la più ampia lotta contro la caccia alle balene a fini commerciali.
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Foto in primo piano © @captainpaulwatson/Instagram/VFL
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