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“Vorrei rendere omaggio al coraggio della mia ex moglie”, dice Dominique Pelicot prima del verdetto

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Questa è la dirittura d'arrivo di questo processo storico. Il tribunale penale di Vaucluse si è ritirato a metà mattinata di lunedì 16 dicembre per deliberare e giudicare i 51 imputati nel processo per stupro di Mazan.

Per il loro ultimo discorso hanno colto l'occasione solo una decina di imputati, tra cui Dominique Pelicot chiedere scusa alla vittima preside, Gisèle, prima del verdetto atteso giovedì. La prima voce ad alzarsi dalla boxe è quella stanca di Dominique Pelicot.

“Vorrei cominciare da Saluto il coraggio della mia ex moglie“, ha detto, prima di attaccare quelli nella stanza che hanno avuto il coraggio di continuare a insinuare che Gisèle avrebbe potuto essere un complice. Volarono insulti, sussurrati sui banchi degli altri imputati. Molti lanciarono uno sguardo a Dominique Pelicot.

Solo 9 imputati su 50 chiederanno scusa

Gisèle non gli stacca gli occhi di dosso, senza emozione quando le chiede perdono. “Vorrei dire a tutta la mia famiglia che li amo”continua. Gli altri imputati preferiscono non aggiungere nulla al microfono. Solo nove su cinquanta hanno avuto una parola per la vittima.

Sale la tensione e l'ansia in tribunale. Il maître Christophe Huguenin difende il più giovane degli imputati, che ha solo 30 anni, contro il quale l'accusa ha chiesto 16 anni di carcere. L’attesa per il verdetto sarà lunga: “Le ore diventano giorni, i giorni diventano settimane Ed è estremamente complicato mettersi al suo posto e nella sua pelle. Giovedì sarà in gioco metà della sua vita.“I giudici sono ormai rinchiusi nell’aula delle deliberazioni per almeno tre giorni. Il verdetto è atteso giovedì.

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