Il mese scorso il pubblico ministero ha chiesto 37 mesi di reclusione, di cui un anno effettivo e il resto con sospensione, e una multa di 8.000 euro.
Pichal era un rispettato produttore radiofonico dell’emittente pubblica, noto, tra l’altro, per il programma consumer “De Inspecteur” su Radio 2. Si è dimesso improvvisamente alla fine di agosto 2023. Il motivo ha mandato in shock il panorama mediatico. Si è scoperto che Pichal era stato arrestato perché aveva scambiato immagini di abusi sessuali su minori con diversi uomini.
Il quarantenne è rimasto in custodia cautelare per più di quattro mesi ed è stato poi rilasciato con la condizionale. Il mese scorso, il suo caso è stato ascoltato in tribunale tra un enorme interesse da parte della stampa. Pichal ha nascosto il suo volto alle telecamere con occhiali da sole, una maschera e un cappuccio. Fu solo quando si presentò davanti ai suoi giudici che si tolse il travestimento.
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Affidare bambini in pericolo
La parte civile Child Focus e il pubblico ministero sono stati severi con Pichal. Secondo il pubblico ministero, sul suo iPhone e sul suo laptop sono stati trovati più di 160 foto e video di minorenni nudi. In alcune immagini hanno subito o compiuto atti sessuali. L’età stimata delle vittime era compresa tra 1 e 17 anni. C’era anche materiale pesante in cui venivano violentati bambini molto piccoli. Alcune vittime piangevano e resistevano violentemente, altre apparivano drogate.
L’avvocato di Child Focus ha aggiunto che Pichal aveva anche messo in pericolo i suoi due figli adottivi parlando di loro ad altre persone coinvolte, condividendo foto di loro e persino dando i loro numeri di cellulare. Il pubblico ministero ha chiesto 37 mesi di reclusione, di cui un anno effettivo e il resto con sospensione, a condizione che riceva una sorveglianza intensiva in un istituto residenziale.
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Punizione con ritardo
Gli avvocati di Pichal non hanno contestato i fatti. Hanno sostenuto per una condanna completamente differita, legata a condizioni, come il proseguimento della terapia (non residenziale). Secondo loro, Pichal non è più lo stesso uomo di sedici mesi fa. Ha acquisito intuizioni e strumenti per affrontare i suoi problemi e ha imparato a chiedere aiuto. Hanno chiesto alla corte di non rimandarlo in prigione.
Ha parlato anche lo stesso Pichal. Ha letto un testo in cui ammetteva la colpa. “Non avrei dovuto fare questi errori, avrei dovuto affrontarli prima e avrei dovuto cercare aiuto. Accetterò la mia punizione, mi assumerò la responsabilità e ne subirò le conseguenze. Mi vergogno profondamente per tutte le vittime di abusi”. Si è scusato con tutti e ha invitato le persone che soffrono dei suoi stessi problemi a cercare aiuto.
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