PIERRE ANDRIEU/AFP
La vicepresidente del Fronte Nazionale Marine Le Pen e François Bayrou nello spettacolo You Be the Judge, 27 aprile 2006. FOTO AFP PIERRE ANDRIEU (Foto di PIERRE ANDRIEU / AFP)
POLITICA – “Non ci sarà alcuna censura a priori”. Nominato primo ministro questo venerdì 13 dicembre, François Bayrou non ha per il momento nulla da temere dal Raggruppamento Nazionale, ha confermato il suo presidente Jordan Bardella. Tanto per preservare l’immagine del partito di estrema destra di cui si vanta “responsabilità” solo perché certi atteggiamenti del presidente del MoDem nei confronti di Marine Le Pen gli sono valsi i consensi dell’estrema destra.
Inverte l’estate del 2024 in cui è stato eretto “arbitro” per Matignon, il Rally Nazionale questa volta è stato escluso dall’equazione, secondo la volontà del Presidente della Repubblica. Non si tratta, ha dichiarato in sostanza, di contare sulla presunta benevolenza del partito di estrema destra per garantire la permanenza del Primo Ministro. Il capo dello Stato si è quindi rivolto al suo alleato MoDem, un centrista che spera possa parlare a una parte della sinistra senza trascurare la destra.
Ma anche il Raduno Nazionale trova lì i suoi benefici. Se Marine Le Pen mettesse in guardia contro “ l’estensione del macronismo (…) che non può che portare all’impasse e al fallimento”le truppe lepeniste non censureranno « a priori ». In reazione alla nomina di Palois, ha insistito soprattutto Jordan Bardella “il necessario dialogo con tutte le forze rappresentate in Parlamento” a nome di «rispetto» elettori, chiunque essi siano.
“Quando arriverà il giorno, dovremo ricordarcelo”
Questo discorso, François Bayrou potrebbe benissimo sottoscriverlo, come dimostra un episodio significativo della campagna presidenziale del 2022. A cinque giorni dalla scadenza per raccogliere le 500 firme indispensabili per candidarsi, la candidata del RN Marine Le Pen è in difficoltà: lo è. ne mancano ancora 86. È qui che François Bayrou decide di aiutarlo.
“Darò la mia firma a Madame Le Pen, lui annuncia, non senza una piccola stretta al cuore per salvare la democrazia”. “Ritengo di non poter difendere l’idea che il Presidente della Repubblica verrebbe eletto in un’elezione dalla quale i principali candidati sarebbero esclusi”, si giustifica, ricordandolo “la firma non supporta”. Il resto è noto: Marine Le Pen supera la soglia delle firme richieste, si qualifica al secondo turno e perde (di nuovo) contro Emmanuel Macron. Ma il gesto di François Bayrou è stato registrato: “Quando arriverà il giorno, dovremo ricordarcelo”avrebbe detto alle sue truppe secondo Il punto. Un ritorno dell’ascensore che potrebbe avvenire entro i confini dell’Assemblea nazionale, in occasione di un eventuale voto di fiducia o dell’esame dei testi di bilancio 2025, dossier prioritario sulla scrivania del nuovo primo ministro.
Se riuscirà a restare in carica abbastanza a lungo, il nuovo capo del governo potrà lanciare un progetto che gli sta a cuore: l’istituzione della rappresentanza proporzionale nelle elezioni legislative. E su questo potrà contare sull’appoggio di diversi partiti, compresa l’estrema destra. È “una delle chiavi (…) per raggiungere la maggioranza nel quadro di una revisione del funzionamento delle elezioni”, ha sottolineato Jordan Bardella il 13 dicembre, riconoscendo un punto in comune con François Bayrou.
Prima di dimettersi, Michel Barnier ha fatto un passo avanti affidando al politologo Pascal Perrineau una missione sull’argomento. Ma l’annuncio dell’ex primo ministro è stato giudicato insufficiente dalle truppe lepeniste. Fervente difensore del voto legislativo proporzionale, François Bayrou potrebbe andare oltre il suo predecessore e soddisfare così questa richiesta diventata un’esigenza della RN nei suoi rapporti con Michel Barnier.
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Il RN “partner forte” di Bayrou ma non incondizionatamente
Resta un ultimo punto, che senza dubbio ha contribuito alla scalata di Bayrou nel campo Le Pen: i loro problemi legali. Entrambi sono comparsi in tribunale con l’accusa di appropriazione indebita di fondi europei. Nel febbraio 2024, François Bayrou è stato assolto (ma il suo partito e diversi funzionari eletti condannati), prima che l’accusa presentasse appello. La data per il nuovo processo non è stata ancora fissata. Per quanto riguarda Marine Le Pen, la Procura aveva chiesto a novembre l’ineleggibilità con l’esecuzione provvisoria e cinque anni di reclusione, di cui due chiusi.
Questa richiesta di ineleggibilità, che rischia di privare Marine Le Pen di una candidatura all’Eliseo nel 2027, aveva scatenato la furia del RN. E ha guadagnato all’interessato il sostegno di François Bayrou, contrario alla richiesta di esecuzione provvisoria di ineleggibilità che non consente di impugnare la decisione. “Ho combattuto il Fronte Nazionale in tutte le elezioni e in tutti i dibattiti, perché non condivido le sue idee e ancor meno i suoi secondi fini. Ma penso che in questa situazione un certo numero di cittadini penserebbe che ci sia qualcosa che distorce la vita democratica. ha giudicato il 24 novembre.
Nonostante i disaccordi fondamentali, “ abbiamo sempre avuto buoni rapporti” ha reagito Marine Le Pen alla Figaro dopo l’annuncio. Ma non si può dare la sua benedizione a François Bayrou senza prove: “Non difendo i miei interessi personali ma quelli degli 11 milioni di persone che ci hanno votato”ha dichiarato alla stampa da Hénin-Beaumont. Il suo atteggiamento nei confronti del nuovo governo dipenderà quindi innanzitutto da” costruzione del bilancio » riguardo al quale la Marina militare ha ribadito le sue linee rosse. Prima dell’annuncio dell’Eliseo, il vicepresidente del partito Sébastien Chenu aveva anche assicurato che se François Bayrou “vuole contrastare l’immigrazione e tutelare il potere d’acquisto dei francesi, troverà in noi dei partner solidi”. Non c’è bisogno di specificare cosa attende il nuovo inquilino di Matignon altrimenti Marine Le Pen non sente ” abbandonare ” alla censura, a “strumento per proteggere il popolo francese”.
Vedi anche su L’HuffPost:
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