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Il nuovo primo ministro francese è noto: François Bayrou succede a Michel Barnier

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In attesa dell’adozione di questo nuovo bilancio, è stato elaborato un progetto consensuale di “legge speciale” La garanzia della continuità del funzionamento dello Stato sarà esaminata lunedì dall’Assemblea nazionale.

Il passaggio dei poteri è previsto nel pomeriggio.

Governo di interesse generale

Questa nomina arriva tre giorni dopo un incontro senza precedenti dei leader dei partiti, esclusi il Rassemblement national e La insoumise, sotto l’egida del capo dello Stato. Dove i contorni di a “accordo di cooperazione democratica”secondo la formula formulata martedì da Bayrou: il governo si impegnerebbe a non utilizzare la 49.3 per imporre le sue leggi, gli oppositori a non censurarla, Emmanuel Macron evocando da parte sua la sua intenzione di non sciogliere nuovamente la legge.

Il leader centrista è stato infine preferito ad altri nomi circolati fino alla fine, come quello dell’ex primo ministro socialista Bernard Cazeneuve, dei ministri dell’ala destra della macronie Sébastien Lecornu o di Catherine Vautrin.

Giovedì è stato il profilo dell’ex ministro dell’Industria Roland Lescure, un macronista social-liberale, a essere spinto dal segretario generale dell’Eliseo Alexis Kohler, secondo diverse fonti vicine alle consultazioni. Ma la destra e la Marina militare si sono fatte avanti per bloccarlo.

L’ex capo della diplomazia Jean-Yves Le Drian, che accompagna Emmanuel Macron dal 2017, gli ha fatto sapere senza mezzi termini di aver “negato” Matignon, a giudicare da questo “non sarebbe grave” accettare a 77 anni.

È un arrivo a Matignon che assomiglia a una consacrazione particolare per il lontano ministro dell’Istruzione (1993-1997) che da tempo punta alla carica più alta: instancabile difensore di un centro indipendente, François Bayrou è stato tre volte candidato alle presidenziali elezioni dal 2002 al 2012, senza arrivare al secondo turno (18,57% nel 2007).

La sua alleanza con Emmanuel Macron nel 2017 ha aperto la strada all’elezione del presidente più giovane della storia, portando con sé un “allo stesso tempo” destra-sinistra in linea con il suo progetto politico.

Ma il Béarnais, nominato ministro della Giustizia, è rimasto a Place Vendôme solo 34 giorni nel 2017, impedito dalla vicenda degli assistenti parlamentari MoDem, giudicati in primo grado sette anni dopo, nel febbraio 2024. Se il partito è stato pesantemente condannato, François Bayrou è stato assolto, ma l’accusa ha presentato appello.

Dal 2017, il sindaco di Pau distilla regolarmente critiche alla politica – troppo di destra – e all’esercizio del potere – troppo personale – del suo alleato, senza mai allontanarsi dalla sua solidarietà.

Nessuna censura fin dall’inizio?

Poco dopo l’annuncio della nomina, il presidente della RN Jordan Bardella aveva assicurato che non ci sarebbe stata nessuna “nessuna censura a priori”.

Il signor Bayrou, invece, dovrebbe subire la censura di La France insoumise. “Abbattere Bayrou abbatterà Macron”ha avvertito il coordinatore della LFI Manuel Bompard, descrivendo questa nomina come “nuovo braccio d’onore per la democrazia”.

Il fallimento di Barnier, primo ministro scelto a settembre da Emmanuel Macron mentre la sinistra reclamava Matignon, rimette sotto pressione il capo dello Stato e il primo ministro.

La situazione è cambiata? Se il Partito Socialista, e in misura minore i comunisti e gli ecologisti, hanno dato alcune garanzie di compromesso, spingendo la loro alleanza con LFI all’interno del Nuovo Fronte Popolare sull’orlo della rottura, non sono sicuro che sostengano apertamente François Bayrou.

Il centrista, che da decenni sostiene governi ecumenici, dovrebbe cercare di mantenere i ministri del partito di destra Les Républicains, con il quale i rapporti sono storicamente tesi. Nicolas Sarkozy ha utilizzato in particolare la sua influenza per impedire questa nomina a Matignon.

Anche Bayrou dovrebbe volgersi più a sinistra, non riuscendo a convincere i membri del Nuovo Fronte Popolare a partecipare al governo.

Dal lato della RN, il presidente del MoDem potrebbe trarre vantaggio dall’aver sponsorizzato Marine Le Pen per competere all’Eliseo nel 2022, in un gesto volto a difendere la “pluralismo”.

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