La sfida per il nuovo inquilino di Matignon è ora quella di costruire una maggioranza relativa stabile nell’Assemblea nazionale, per evitare possibili censure e far approvare i progetti di legge. Ma come Michel Barnier prima di lui, la partita non si presenta facile per il presidente del MoDem.
Potrà contare, a priori, sui gruppi del campo presidenziale: i 36 deputati MoDem; i 93 eletti dell’Ensemble pour la République e i 34 del gruppo Orizzonti. Resta invece l’incertezza sul posizionamento degli eletti de La Droite Républicaine di Laurent Wauquiez o dei gruppi di sinistra – socialisti, ambientalisti e comunisti – che hanno partecipato alle discussioni con Emmanuel Macron ma che hanno chiesto un capo del governo tra le loro file ?
Mercoledì, durante l’ultimo consiglio dei ministri del governo Barnier, Emmanuel Macron ha riconosciuto “che attualmente non esisteva una base più ampia di quella esistente oggi. E che quindi restava, d’ora in poi, sapere se qualcuno fosse disposto ad ampliare questa base o ad accordarsi su un principio di non censura”secondo quanto riferito dall’ormai ex portavoce del governo, Maud Bregeon.
Un mese dopo le elezioni legislative, che hanno diviso l’Assemblea nazionale in undici gruppi, François Bayrou prevedeva che la metà di agosto Le Figaro Quello ” l’unica strada possibile – e che prevarrà – non è un governo da una parte che si oppone all’altra, ma una squadra unita per affrontare i gravissimi problemi del nostro Paese, del mondo e del pianeta ».
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