Un presidente “bloccato”.
“Emmanuel Macron è fedele alla sua logica manageriale. Ha fissato questa scadenza di 48 ore, ma si ritrova bloccato”continua il politologo. Il presidente, infatti, ha moltiplicato invano le consultazioni negli ultimi giorni, riunendo all’Eliseo le forze politiche dell’arco repubblicano – dai comunisti ai repubblicani, escludendo quindi accuratamente i ribelli, i ciottisti ei lepenisti. Da un lato, il PS ha annunciato che escluderà ogni socialista che entri in un governo che non sia di sinistra. D’altra parte, Laurent Wauquiez (LR) assicura che non discuterà “non un contratto governativo con persone che non condividono la stessa visione”. E sapendo che gli estremi sono fuori gioco e che i centristi non sono più in una posizione di forza, la situazione si inasprisce.
Così il nome di ogni personalità attesa a Matignon viene immediatamente distrutto. Ultimo esempio, Roland Lescure, recentemente ricevuto all’Eliseo. L’ex ministro dell’Industria, divenuto nuovamente deputato rinascimentale per i francesi in Nord America, ha fratturato il campo di Macron e provocato l’ira di LR, che secondo le informazioni di Le Figaro minacciava già la secessione. L’interessato chiede il superamento delle divisioni destra-sinistra e una “coalizione di persone ragionevoli” non avere più”ho bisogno di Marine Le Pen”.
Nessuna fumata bianca ancora per Matignon, Emmanuel Macron invita a “trovare compromessi”
Il Partito Socialista al centro della partita
Per Luc Rouban, “ora è il PS che in questi giorni diventa il kingmaker”e non più la Marina Militare. “L’equazione è semplice: se il PS resta alleato con il Nuovo Fronte Popolare, come ai tempi di Michel Barnier, allora il rischio di votare una mozione di censura con il RN resta irrisolto. Ma se il PS, che conta 66 deputati, accetta un accordo di non censura, allora si esce da questa logica e può emergere un governo di centrosinistra.”
Tuttavia, questa scelta implicherebbe per il PS la rottura con i suoi alleati di sinistra. E Jean-Luc Mélenchon ha già avvertito che non lo perdonerà! “La LFI può accusarli di essere “traditori sociali”, come ai tempi di François Hollande, e vendicarsi alle prossime elezioni mettendo davanti al loro candidato un uomo o una donna del loro campo. Se i socialisti collaborassero con i centristi e i repubblicani, ciò potrebbe costare loro caro alle prossime elezioni legislative. stima Luc Rouban.
Emmanuel Macron in un vicolo cieco: ritenuto “non conclusivo” l’incontro all’Eliseo
La crisi politica
Mentre i negoziati sono impantanati, una trentina di deputati indipendenti, centristi e socialisti hanno pubblicato un appello, diffuso dall’Agence France-Presse, a favore di una grande manifestazione repubblicana. Esortano le forze politiche a superare le loro divisioni per affrontare le “sfide di bilancio, economiche, sociali e internazionali” che il Paese deve affrontare.
Nel frattempo, l’attuale paralisi alimenta l’esasperazione dei francesi, già segnati da un profondo scetticismo nei confronti dei loro leader. “Secondo il recente sondaggio “Fractures françaises”, l’83% dei francesi ritiene che i politici non lavorino per il Paese ma piuttosto per il loro interesse personale. sottolinea Luc Rouban. “Emmanuel Macron potrebbe trarre vantaggio da questo discredito del personale politico. Ma lo stesso vale per Marine Le Pen”..
Infatti, l’ultimo sondaggio Ifop rivela che, in caso di elezioni presidenziali di domani, Marine Le Pen sarebbe ben avanti con il 35-38% dei voti, davanti a Edouard Philippe (24-26%) e Jean-Luc Mélenchon ( 12%).
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