Emmanuel Macron dovrà nominare questo giovedì un nuovo primo ministro che avrà il difficile compito di cercare un accordo che sopravviva più a lungo dell’effimero Michel Barnier e di far adottare un bilancio in un panorama politico ancora fratturato.
Quale nome per districare il Paese da una crisi politica senza precedenti? François Bayrou, il fedele alleato centrista che prende sempre il suo momento e questa volta sembrava il favorito? O Bernard Cazeneuve, per premiare le promesse del Partito socialista, i cui deputati, tra cui l’ex presidente François Hollande, nominano all’ultimo momento l’ex primo ministro?
A meno che non si preferisca un altro corteggiatore a questi due tenori, che si rispettano e si parlano.
In ogni caso, in teoria è il giorno: il presidente aveva promesso martedì pomeriggio un capo del governo “entro 48 ore”. Un giuramento rivolto ai leader delle formazioni dell’arco che va dai comunisti alla destra, riuniti all’Eliseo in cerca di compromesso e in assenza del Raggruppamento Nazionale e della France insoumise.
Tuttavia, giovedì sera è arrivato in Polonia Emmanuel Macron, che per un certo periodo sperava di annunciare la sua scelta mercoledì sera, esattamente una settimana dopo la storica censura del governo Barnier. Ma ha “accorciato” il suo programma, annullando la visita prevista per le 16 al Museo dell’Insurrezione di Varsavia, per poter tornare a Parigi “all’inizio della serata”, hanno annunciato i suoi entourage.
Una volta all’Eliseo, potrebbe ricevere il suo candidato e rivelarne il nome, magari in tempo per il telegiornale delle 20:00. A meno che non ci sia un altro ritardo da parte di Emmanuel Macron che spesso ha nomine lente e faticose, tanto che anche chi gli è vicino non poteva garantire giovedì il rispetto della scadenza.
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