DayFR Italian

Il Partito socialista, ricevuto all’Eliseo, rompe con La insoumise

-
>

Boris Vallaud, Olivier Faure e Patrick Kanner, leader del Partito Socialista (PS) prima di essere ricevuti all’Eliseo, a Parigi, il 6 dicembre 2024. JUMEAU ALEXIS/ABACA

Anche i socialisti più vicini a Olivier Faure hanno ingoiato il croissant storto, venerdì 6 dicembre mattina, ascoltando la sua intervista su Franceinfo. Con grande sorpresa, poche ore prima di essere ricevuto all’Eliseo per discutere della formazione del nuovo governo, il primo segretario del Partito socialista (PS) si era detto pronto a discutere con i macronisti, e anche con la destra, sulla base “concessioni reciproche”. Ha anche detto che era pronto a farlo “compromessi su tutti i temi”anche sull’abrogazione della riforma delle pensioni, altamente simbolica per la sinistra. Così menzionato il boss del PS «Vieni farina» di riforma, e non più di abrogazione immediata, con la necessità di organizzarsi “una conferenza sui finanziamenti”. Un’idea suggerita quest’estate dal deputato dell’Essonne, Jérôme Guedj, che aveva rotto i legami con Jean-Luc Mélenchon, ma che, all’epoca, ricevette un’accoglienza gelida.

Due giorni dopo la caduta del governo Barnier, arrivato dalla destra, il cambio di direzione è spettacolare. Forse troppo… Olivier Faure ha destabilizzato anche la sua cerchia più ristretta, completamente ignara che il loro capo sarebbe arrivato a tanto. Gli stessi che, solo pochi giorni fa, hanno respinto con fermezza la proposta di Gabriel Attal per un accordo di non censura tra Les Républicains (LR) e il PS. Il boss del PS non ha avvertito nessuno del tono del suo colloquio mattutino, al punto che alcuni ritengono che fosse poco preparato. Forse anche la stanchezza… Perché rinunciare a tanta zavorra prima della riunione presidenziale quando il PS non ha alcuna garanzia, o addirittura poche possibilità, di vedere nominato a Matignon uno dei rappresentanti del Nuovo Fronte Popolare (NFP)? Ha oscillato un po’ sui circuiti telefonici PS.

Olivier Faure è stato quindi costretto a riformulare il suo intervento, poco prima di essere ricevuto dal Presidente della Repubblica, alle 12.00. Questa volta ha chiesto “un primo ministro di sinistra”. Una linea, ancora ferma, ribadita al termine dell’incontro, arricchita di garanzie. No, il PS non parteciperà “ad un governo guidato da un primo ministro di destra”.

Leggi anche | Articolo riservato ai nostri abbonati trattative sulla storia venerdì

Leggi più tardi

Troppo tardi perché Jean-Luc Mélenchon possa perdere l’occasione. Alle 12:08, il leader di La insoumise (LFI) ha reagito su X: “LFI non ha dato alcun mandato a Olivier Faure, né per presentarsi da solo a questo incontro, né per negoziare un accordo e fare “concessioni reciproche” a Macron e LR. Niente di ciò che dice o fa è a nome nostro o della PFN”, ha criticato il leader della LFI. Gli dispiace che il suo ex partito sia, per una volta, al centro del gioco? Di solito è lui che detta il ritmo all’unione della sinistra senza richiedere il permesso. A settembre, ha avviato il processo di destituzione di Emmanuel Macron, interrompendo il ricevimento del PFN e di Lucie Castets all’Eliseo, previsto pochi giorni dopo.

Ti resta il 46,86% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.