Il premier cinese Li Qiang ha dichiarato lunedì, in un incontro a Pechino dei funzionari delle principali istituzioni finanziarie multilaterali, che l'economia mondiale si trova ad affrontare sfide crescenti dovute alla tendenza alla “deglobalizzazione”.
“Nell'attuale contesto di rallentamento della crescita economica globale, questo problema sta portando ad una maggiore incertezza, sconvolgendo profondamente il funzionamento dell'economia globale”, ha affermato Li Qiang.
“Alcuni paesi stanno aumentando in modo significativo i dazi doganali, erigendo barriere protettive e aumentando le restrizioni commerciali”, ha aggiunto.
Il numero 2 del governo cinese è intervenuto in apertura del vertice organizzato a Pechino dal titolo “Dialogo 1+10”, a cui hanno partecipato i leader di organizzazioni internazionali come il Fondo monetario internazionale (FMI), l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e la Banca Mondiale.
Secondo i media statali cinesi, le discussioni si concentreranno sull’importanza di mantenere la cooperazione internazionale per stimolare la crescita o sugli sforzi della Cina per riformare e modernizzare la propria economia.
I leader cinesi stanno cercando attivamente di sostenere il commercio estero in vista del ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, che ha promesso di aumentare le tariffe sulle importazioni cinesi.
“Dal 2020, il numero di misure commerciali discriminatorie in termini di commercio e investimenti è aumentato di oltre 5.600 all’anno, rispetto alle 3.000 precedenti”, ha denunciato lunedì il primo ministro cinese.
“La tendenza alla deglobalizzazione sta diventando sempre più grave”, ha aggiunto.
La Cina si trova ad affrontare un consumo interno stagnante, una crisi persistente del mercato immobiliare e un contesto internazionale sfavorevole alle sue esportazioni.
Poco prima del discorso di Li Qiang, le autorità cinesi hanno pubblicato i dati sull'inflazione per il mese di novembre, scesa al +0,2% rispetto all'anno precedente, nuovo segnale di debolezza della domanda interna.
Durante il suo primo mandato, Donald Trump ha intrapreso un’estenuante guerra commerciale con la Cina, accusandola di furto di proprietà intellettuale e di altre pratiche commerciali ritenute “ingiuste”.
Il presidente eletto ha promesso di imporre tariffe ancora più alte dopo il suo insediamento il mese prossimo.
Il mese scorso Pechino ha presentato una serie di misure volte a rilanciare il commercio estero, tra cui un’espansione dell’assicurazione dei crediti all’esportazione, un maggiore sostegno finanziario per le società straniere e regole commerciali più agevoli.