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Il “governo dei giudici”, una concezione minimalista della democrazia

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Storia di un'espressione. Appena pronunciato, il rinvio a giudizio della Procura nel processo contro gli assistenti parlamentari del Fronte Nazionale (FN, ora Raggruppamento Nazionale, RN) ha sollevato una potente ondata di indignazione tra i sostenitori di Marine Le Pen. Richiedendo una pena di cinque anni di ineleggibilità con provvisoria esecuzione al fine di punire l' “carattere organizzato, ottimizzato e sistematico” appropriazione indebita di fondi pubblici commessa al Parlamento europeo, i magistrati hanno, secondo Marine Le Pen, commesso un attentato “molto violento” alla democrazia. “Sono i francesi a cui viene impedito di sperare”, proclamò solennemente.

Questa retorica è stata subito fatta propria dagli eletti del RN, ma anche da tutti coloro che, a destra e a sinistra, denunciano da anni lo spettro della “governo dei giudici”. “I processi politici non hanno posto in una democrazia!” »ha detto il deputato della RN Guillaume Bigot (Territorio di Belfort). “Se Marine Le Pen fosse dichiarata ineleggibile raggiungeremmo un livello senza precedenti nel governo dei giudici”ha aggiunto il presidente di Reconquête!, Eric Zemmour. “L’eccessiva penalizzazione della vita pubblica è un aspetto di quello che chiamiamo governo dei giudici”, ha aggiunto l'ex ministro degli Interni Jean-Pierre Chevènement, Figaro le 25 novembre.

Invocata quando i magistrati condannano i leader politici, l’espressione “governo dei giudici” ha appena festeggiato il suo centenario. Apparve per la prima volta nel 1921, nel titolo di un'opera di Edouard Lambert (1866-1947) dedicata al ruolo determinante svolto, negli Stati Uniti, dalla Corte Suprema. Con una piuma “vigile e vivace”ha osservato nel 2007 il professore di diritto Luc Heuschling nel Rassegna internazionale di diritto comparatoquesto giurista impegnato nella difesa dei diritti sociali critica la svolta conservatrice presa a partire dalla fine del XIX secoloe secolo, dalla giurisprudenza americana.

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Questa analisi rigorosa è destinata ai giuristi appassionati di diritto comparato, ma l’espressione “governo dei giudici” esce subito da questo circolo: diventa presto, continua Luc Heuschling, una “Un luogo comune avvolto dalla forza dell’evidenza”, col rischio di fraintenderne il significato. “La finezza dell'analisi di Edouard Lambert non resiste alla sua diffusione e ancor meno alla sua appropriazione da parte delle classi dominantisottolinea il magistrato Vincent Sizaire, autore di Giudici direttivi. Per un potere giudiziario pienamente democratico (La Dispute, 138 pagine, 14 euro). Molto rapidamente, questa denuncia designa, in modo generale, la supposta usurpazione della volontà popolare. »

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